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Posts written by Aulon

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    Perendimi ne Vlore

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    Lungomare Vlore

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    Edited by Aulon - 9/2/2022, 18:29
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    Edited by Aulon - 17/1/2015, 19:05
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    Sun Tzu (Sunzi) - L'arte della guerra


    Capitolo 1
    Pianificazione, Valutazione


    1. La guerra č di somma importanza per lo Stato: č sul campo di battaglia che si decide la vita o la morte delle nazioni, ed č lģ che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione. Dunque č indispensabile studiarla a fondo.
    2. Considerarne perciņ gli aspetti fondamentali, e analizzali mediante i sette criteri di valutazione. Cosģ, potrai definire la tua strategia.
    3. Il primo degli elementi fondamentali č il Tao; il secondo č il clima; il terzo č il terreno; il quarto č il comando; il quinto č la dottrina. (Tao: definito anche la “via diretta”; con questo termine Sunzi, tende ad indicare la forza morale e il prestigio del governo ed, in particolare, di un sovrano.)
    4. Col termine Tao, intendo tutto ciņ che induce il popolo ad essere in armonia coi suoi capi, per la vita e per la morte, sfidando anche il pericolo estremo.
    5. Col termine clima, intendo l’azione complessiva delle forze naturali: il freddo in inverno, la calura in estate e la necessitą di condurre le operazioni in armonia con le stagioni.
    6. Col termine terreno, intendo le distanza, e se il territorio da percorrere č agevolo o arduo, se č ampio o ristretto, e le eventualitą di sopravvivenza o di morte che offre.
    7. Col termine comando, intendo le qualitą di saggezza, rettitudine, di umanitą, di coraggio e di severitą del generale.
    8. Col termine dottrina militare, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.
    9. Non puņ esservi generale, se non conosce i cinque elementi fondamentali. Chi li padroneggia, vince; chi non se ne cura, č annientato.
    10. Perciņ, prima di attuare qualsiasi piano, prendi in esame i suddetti elementi, soppesandoli molto attentamente.
    11. Per valutare la situazione, sappi rispondere a queste domande: Quale sovrano possiede il maggiore Tao? Quale comandante č pił abile? Per quale esercito gli elementi naturali e il terreno costituiscono un vantaggio? Quale esercito č meglio preparato e disciplinato? Quali sono le truppe pił forti?
    12. Quale esercito ha gli ufficiali e i soldati meglio addestrati?
    13. In quale esercito si dispensano ricompense e punizioni con il metodo pił illuminato?
    14. Sapendo ciņ, potrai prevedere quale parte sarą vittoriosa e quale sconfitta.
    15. Assicurati i servigi di un generale che sappia applicare integralmente le concezioni strategiche che indico, perché quegli ha la vittoria in pugno. Destituisci, invece, il generale che si rifiuta di farlo: sarą sicuramente sconfitto.
    16. Dopo aver analizzato le situazione per rilevarne i vantaggi, il generale deve creare le circostanze che contribuiscano a realizzare i suoi obiettivi, schierando le truppe nel modo pił opportuno.
    17. Con l’espressione creare le circostanze, intendo che deve agire rapidamente secondo ciņ che č vantaggioso e assumere il controllo dell’operazione militare nel suo insieme, organizzando le giuste mosse tattiche.
    18. Fondamentale in tutte le guerre č lo stratagemma.
    19. Quindi, se sei capace, fingi incapacitą; se sei attivo, fingi inattivitą.
    20. Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
    21. Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo.
    22. Quando vedi il nemico pronto, preparati contro di lui; ma evitalo, dove č forte.
    23. Irrita il suo generale e disorientalo.
    24. Simula inferioritą e incoraggiane l’arroganza.
    25. Tienilo sotto pressione e logoralo.
    26. Quando il nemico č unito, dividilo.
    27. Il segreto per creare le divisioni interne sta nell’arte di suscitare i seguenti cinque contrasti: dissensi tra i cittadini nelle cittą e nei villaggi; dissensi con gli altri paesi; dissensi all’interno; dissensi che hanno per conseguenza la condanna a morte; e dissensi le cui conseguenze sono i premi e le ricompense. Queste cinque specie di dissensi non sono che rami di uno stesso tronco.
    28. Chiamo dissenso nelle cittą e nei villaggi quello che ci dą il modo di staccare dal partito che ci č nemico gli abitanti sotto il suo dominio, e di farceli amici in modo da potercene servire in caso di bisogno.
    29. Chiamo dissenso con gli altri paesi quello che ci consente di servirci a nostro profitto degli ufficiali che servono nell’esercito nemico.
    30. Per dissensi all’interno intendo quelli che mettono a nostro profitto la mancanza di accordo che puņ esserci tra gli alleati, tra i diversi corpi militari o tra gli ufficiali che servono nell’esercito nemico.
    31. Il dissenso da condanna a morte č quello che per mezzo del quale tentiamo, attraverso dicerie tendenziose, di gettare discrediti e sospetti, fino a porre sotto processo dinanzi alla corte del sovrano nemico i generali che lo servono
    32. Il dissenso da premio č quello che si ottiene con larghe ricompense elargite a tutti quelli che hanno cessato di servire il loro legittimo padrone e sono passati alla nostra parta sia per combatteree con noi sia per renderci altri servigi non meno essenziali.
    33. Attacca il nemico dove non č preparato, fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.
    34. Queste sono le chiavi strategiche della vittoria. La loro preminenza č indiscutibile.
    35. Non comunicare a nessuno il tuo schieramento e la strategia che intendi adottare.
    36. Ora, se le valutazioni fatte dal Consiglio dei Saggi prima dell’inizio delle ostilitą indica vittoria, ciņ č perché i calcoli hanno dimostrato che la propria forza č superiore a quelle del nemico. Se invece indicano sconfitta. Č perché la propria forza č inferiore a quella del nemico.
    37. Solo valutando tutto esattamente si puņ vincere, con cattive valutazioni si perde. Quanto esigue sono le probabilitą di vittoria di chi non fa alcun calcolo! Coi principi che ho elencato, io valuto la situazioni: il risultato, allora si definisce da solo.

    Capitolo 2
    Preparazione Alla Guerra


    1. In genere per le operazioni belliche sono necessari un migliaio di carri da guerra veloci tirati da quattro cavalli, un migliaio di carri trasporto coperti e centomila soldati.
    2. Quando gli approvvigionamenti vengono trasportati per un migliaio di li, le spese in patria e sul campo di battaglia, gli stipendi per il mantenimento di consiglieri e visitatori, il costo dei materiali come la colla e lacca, quello dei carri e delle armature, raggiungono i mille pezzi d’oro al giorno. Se ne disponi, puoi arruolare centomila soldati. (li: unitą di misura, utilizzata nell’antica Cina, pari a circa 360 metri. Mille li, equivalgono a 360 chilometri.)
    3. Ciņ che da valore alla guerra, č la vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano e il morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le cittą, le loro forze si esauriscono in fretta.
    4. Quando l’esercito nemico s’impegna troppo a lungo, le risorse dello Stato non saranno pił sufficienti.
    5. Con le armi spuntate, l’ardore spento, la forza esaurita, il denaro volatilizzato, i vicini potranno avvantaggiarsi delle tue difficoltą e insorgere contro di te. Anche se hai saggi consiglieri, non potranno cambiare la situazione a tuo favore.
    6. Ho visto troppe guerre-lampo condotte male, ma non ho mai saputo di un’operazione militare abile protratta a lungo.
    7. Non vi č mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.
    8. Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una guerra, non saprą neppure mai valutare correttamente i vantaggi che se ne traggono.
    9. Il generale esperto non ha bisogno di una seconda leva di coscritti, né di un secondo invio di approvvigionamenti.
    10. Il generale esperto si equipaggia in patria ma si approvvigiona a spese del nemico. Cosģ l’esercito non manca mai di cibo.
    11. Il trasporto su lunghe distanze degli approvvigionamenti necessari alle operazioni militari, impoverisce gli Stati: trasporta lontano carri e salmerie, e ridurrai il popolo in miseria.
    12. Dove si trova un esercito, i prezzi salgono. Dove i prezzi salgono, la ricchezza del popolo si esaurisce. Quando la ricchezza si č esaurita i contadini troveranno insopportabile la pressione fiscale.
    13. Col tesoro dissanguato, lo Stato aumenta le tasse. Beni e risorse svaniscono, e il paese č alla fame. I contadini perdono i sette decimi dei guadagni, e il governo i sei decimi degli introiti.
    14. Le spese che il governo dovrą sostenere per riparare o sostituire i carri da guerra danneggiati, ripristinare i cavalli esausti, le armature, gli elmi, le frecce, le balestre, le lance, gli scudi e le corazze, gli animali da tiro e i carri da trasporto, equivalgono al sessanta per cento del totale.
    15. Perciņ, un generale esperto e avveduto, farą in modo che le sue truppe consumino cibo strappato al nemico, perché uno staio di provviste preso al nemico, ne vale venti dei propri; un cesto di foraggio nemico, ne vale cento dei propri. (Commento di Z’ao Z’ao (155-200 d. C. – Generale): "Per trasportare, si consuma venti volte il trasportato.")
    16. Lanciati sul nemico con ardore.
    17. Saccheggia le risorse del nemico e dividile fra le truppe come giusta ricompensa. Perciņ, quando in un combattimento di carri vengono catturati carri nemici, ricompensa il primo che ne cattura dieci.
    19. Sostituisci le bandiere e gli stendardi nemici coi tuoi, poni i carri catturati fra i tuoi, e utilizzali a tuo vantaggio.
    20. Tratta bene i prigionieri, e fornisci loro il necessario.
    21. Questo vuol dire “vincere la battaglia e diventare pił potenti”.
    22. L’obbiettivo essenziale della guerra č la vittoria, non le operazioni prolungate.
    23. Per questo, un generale che conosce l’arte della guerra diventa giudice della sorte del suo popolo e arbitro dei destini della nazione.

    Capitolo 3
    Attacco Strategico


    1. In guerra č meglio conquistare uno Stato intatto. Devastarlo significa ottenere un risultato minore.
    2. Catturare intatto un esercito nemico č meglio che sterminarlo. Meglio catturare una divisione intatta che distruggerla: meglio catturare un battaglione intatto che distruggerlo: meglio catturare una compagnia intatta che distruggerla. Questo č il principio fondamentale dell’Arte della Guerra.
    3. Ottenere cento vittorie su cento battaglie non č il massimo dell’abilitą: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello č il trionfo massimo.
    4. Il generale esperto attacca la strategia del meno esperto. Questa č la prima cosa da fare.
    5. La seconda cosa da fare, č spezzare le alleanze del nemico.
    6. La terza cosa da fare, č attaccare il suo esercito.
    7. La tattica pił rischiosa č assediare le cittą. Assediale soltanto se non hai altra alternativa.
    8. Per preparare i carri protetti dagli scudi, le armi e l’equipaggiamento, occorrono tre mesi; per erigere i bastioni di terra davanti alle mura, altri tre mesi.
    9. Se il generale č incapace di controllare la propria impazienza e lancia le truppe all’assalto delle mura come uno sciame di formiche, ne farą massacrare un terzo senza prendere la cittą. Simili attacchi sono manifestazioni di stupiditą assassina.
    10. Chi č veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue cittą senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.
    11. Il tuo scopo primario deve essere quello di riuscire a prendere Tutto-Sotto-Il-Cielo: cosģ, non dovrai mantenere le truppe di occupazione e i tuoi profitti saranno assoluti. Questa č la regola per la strategia dell’assedio.
    12. Le regole per impiegare le truppe sono queste: Se sei dieci contro uno, devi accerchiare il nemico.
    13. Se sei cinque volte pił forte, attaccalo.
    14. Se la tua forza č il doppio della sua, dividiti.
    15. Quando le forze sono eguali, se puoi impegna il combattimento.
    16. Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati.
    17. Se sei inferiore in tutto al nemico, devi riuscire a sfuggirgli. Se ti ostini a cercare il combattimento sarai fatto prigioniero, perché, per una forza pił potente, una forza esigua diventa preda desiderata.
    18. Il generale č considerato il protettore dello Stato. Se la sua protezione si estende su ogni cosa, lo Stato sarą sicuramente forte; se difetta, sarą sicuramente debole.
    19. Un sovrano puņ danneggiare il proprio esercito in tre modi.
    20. Il primo modo č quando, senza conoscere la situazione, ordina alle truppe di avanzare o ritirarsi nelle circostanza sbagliate. Questo vuol dire “legare l’esercito”.
    21. Il secondo modo č quando, senza conoscere l’Arte della Guerra, assume il comando dell’esercito. Ciņ provoca incertezza tra gli ufficiali.
    22. Il terzo modo č quando, pur senza conoscere l’arte delle manovre, dirige le operazioni militari. Ciņ determina incertezza fra le truppe.
    23. Se l’esercito č disunito e confuso, i sovrani vicini avranno terreno facile per creare turbamenti. Questo č il senso detto: “Un esercito indisciplinato ne conduce alla vittoria un altro”.
    24. Ci sono cinque circostanza nelle quali la vittoria puņ essere prevista.
    25. Chi č in grado di distinguere quando č il momento di dare battaglia, e quando non lo č, riuscirą vittorioso.
    26. Chi č in grado di stabilire quando deve usare forze minori, e quando maggiori, riuscirą vittorioso.
    27. Chi ha creato un esercito compatto, con ufficiali e soldati che combattono uniti per un unico fine, sarą vittorioso.
    28. Chi č prudente e preparato, e resta in attesa delle mosse del nemico temerario e impreparato, sarą vittorioso.
    29. Chi dispone di generali esperti non vincolati da funzionari di corte, sarą vittorioso.
    30. I cinque punti che ho descritto individuano la strada della vittoria.
    31. Perciņ dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se farai cosģ, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo”.
    32. Se non conosce il nemico, ma conosci soltanto te stesso, le tue possibilitą di vittoria saranno pari alle tue possibilitą di sconfitta.
    33. Se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarą per te fonte di pericolo gravissimo.

    Capitolo 4
    Schieramento, Disposizione Dell’Esercito


    1. Un tempo i generali esperti, prima d’ogni cosa cercano di rendersi invincibili, poi aspettavano il momento in cui il nemico era vulnerabile.
    2. L’invincibilitą, dipende soltanto da noi stesso; la vulnerabilitą del nemico dipende soltanto da lui.
    3. Ne consegue che in una guerra un abile generale puņ rendersi invincibile, pur se non puņ indurre un nemico a diventare vulnerabile.
    4. Per questo si dice che chi conosce l’Arte della Guerra puņ prevedere la vittoria, ma non determinarla.
    5. L’invincibilitą dipende dalla difesa; la possibilitą di vittoria, dall’attacco.
    6. Ci si deve difendere quando le nostre forze sono inferiori; si deve attaccare quando le nostre forze sono molto superiori.
    7. Gli esperti nell’arte della difesa si nascondono come se fossero sotto i nove strati della terra; gli esperti nell’arte dell’attacco si muovono come se fossero in cielo. In questo modo riescono a proteggere se stessi e gli e ottengono una completa vittoria. (“nove strati della terra”: riferimento a montagne, colline e fiumi.)
    8. Prevedere una vittoria evidente, come chiunque puņ prevederla, non č vera abilitą.
    9. Chi riporta la vittoria in battaglia č riconosciuto da tutti come un generale esperto, ma non č questa la vera abilitą. Strappare la pelle d’autunno non richiede forza; distinguere fra il sole e la luna non č difficile per gli occhi; sentire il rumore del tuono non č prova di orecchie fini.(“pelle d’autunno”: riferimento alla pelle del coniglio, che in autunno, ha un manto molto leggero.)
    10. I generali d’un tempo, vincevano rendendo facile vincere.
    11. Perciņ, le vittorie ottenute dai maestri nell’Arte della Guerra non si distinguono né per l’uso della forza, né per l’audacia.
    12. I loro successi in guerra non dipendono dalla fortuna. Perché per vincere basta non commettere errori. “Non commettere errori”, vuol dire porsi in condizione di vincere con certezza: in questo modo, si sottomette un nemico gią vinto.
    13. Perciņ, il generale esperto crea situazioni grazie alle quali non potrą essere battuto, e non si lascia sfuggire alcuna occasione di porre in condizioni di inferioritą il nemico.
    14. In tal modo, un esercito vittorioso prima vince, poi dą battaglia; un esercito destinato alla sconfitta prima dą battaglia, poi spera di vincere.
    15. Chi č esperto nell’Arte della Guerra coltiva il Tao, segue le sue regole ed elabora strategie vittoriose. Cosģ domina sulla confusione.
    16. Ricorda, gli elementi della strategia militare sono cinque: primo, misurazione dello spazio; secondo, valutazione della quantitą; terzo, calcolo; quarto, confronto; e quinto, probabilitą di vittoria.
    17. Le misurazioni dello spazio si deducono dal territorio.
    18. Le valutazioni della quantitą si deducono dalle misurazioni, i calcoli della quantitą, i confronti dai calcoli, e la probabilitą di vittoria dai confronti.
    19. In tal modo, un esercito vittorioso stabilisce un rapporto di cento contro uno, e un esercito sconfitto quello di uno contro cento. Schierando abilmente le truppe, un generale vittorioso č capace di far combattere il proprio popolo come l’acqua racchiusa in un serbatoio montano che, rilasciata di colpo, si riversa verso il basso.


    Capitolo 5
    Forze


    1. Gestire molti č come gestire pochi: basta curare l’organizzazione.
    2. Controllare molti č come controllare pochi. Č solo una questione di addestramento e di segnalazioni.
    3. Attaccare il nemico senza essere sconfitti dipende dall’impiego corretto delle forze frontali e di quelle laterali. (“forze frontali”: unitą impegnate in un normale attacco.)
    4. Lancia le truppe contro il nemico, per schiacciarlo come una pietra puņ schiacciare le uova: una forza possente scagliata contro il nulla. (“nulla”: punto pił debole.)
    5. Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali.
    6. Le possibilitą di chi sa impiegare abilmente le forza laterali sono vaste e infinite come il cielo e la terra, inesauribili come le acque di grandi fiumi.
    7. Esse finiscono e ricominciano di nuovo, come il movimento del sole e della luna. Muoiono e rinascono, come le stagioni
    8. Le note musicali non sono che cinque, ma le loro melodie sono cosģ numerose che nessuno puņ dire di averle udite tutte.
    9. I colori fondamentali non sono che cinque, ma le loro combinazioni sono cosģ tante che nessuno puņ immaginarle tutte.
    10. Cinque soltanto sono i sapori, ma le loro mescolanze sono cosģ varie che nessuno puņ dire di averle gustate tutte.
    11. Le azioni d’attacco in battaglia sono soltanto due: l’attacco frontale ordinario e quello laterale di sorpresa, ma le loro combinazioni sono infinite e nessuno puņ dire di conoscerle tutte.
    12. Queste due forze si riproducono reciprocamente, e le loro interazioni sono infinite, come gli anelli concatenati. Chi puņ stabilire dove comincia l’una e l’altra finisce?
    13. L’acqua torrenziale scorrendo svelle le rocce, grazie alla sua velocitą.
    14. Il falco in picchiata spezza in due il corpo della preda, perché colpisce con precisione.
    15. Cosģ la velocitą di chi č abile nell’Arte della Guerra č fulminea, e il suo attacco č assolutamente preciso.
    16. La sua forza č quella della balestra tesa al massimo, il suo tempismo come lo scatto del grilletto.
    17. Tumulto e fragore; la battaglia sembra caotica, ma non c’č disordine; le truppe che manovrano ordinatamente, non possono essere vinte.
    18. Ciņ che sembra confusione, in realtą č ordine; ciņ che sembra viltą č coraggio; la debolezza č forza.
    (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Corte Imperiale): "Vuol dire che, se uno intende simulare disordine per ingannare il nemico, deve in realtą essere molto ben disciplinato; soltanto cosģ puņ fingere confusione. Chi desidera apparire debole per rendere il nemico audace e imprudente, deve essere in realtą fortissimo; soltanto cosģ puņ simulare debolezza. Se si vuol fingere vigliaccheria, per indurre il nemico ad avanzare con vana baldanza. si deve essere molto coraggiosi: soltanto cosģ si puņ simulare timore.")
    19. Ordine e disordine dipendono dall’organizzazione; coraggio e viltą dalle circostanza; forza e debolezza dallo schieramento.
    20. Il generale esperto induce il nemico a muoversi, e ad assumere un certo schieramento. Lo adesca con qualcosa che il nemico č sicuro di prendere e, attirandolo, con l’illusione di un piccolo vantaggio, lo aspetta in forze.
    21. Č per questo che il generale espero prepara la vittoria studiando la situazione. Non si affida ai subordinati.
    22. Egli sceglie i suoi uomini e definisce i loro compiti.
    23. Chi sa valutare la situazione, adopera i propri uomini in battaglia come se fossero tronchi o pietre, da far rotolare. Per loro natura, tronchi e pietre, sono statici sul terreno piano, ma si muovono su un terreno inclinato. Se hanno forma squadrata rimangono immobili, se rotonda, rotolano.
    24. Cosģ, il potenziale delle truppe abilmente comandate in battaglia puņ essere paragonato a quesi massi rotondi, che rotolano gił dalla sommitą delle montagne. Questa č la forza.

    Capitolo 6
    Punti Di Debolezza e Punti Di Forza


    1. Di solito, chi ha occupato per primo il campo di battaglia e attende il nemico, č riposato; chi invece arriva pił tardi e si impegna all’ultimo momento nella battaglia, č affaticato.
    2. Per questo il generale esperto non va, ma fa in modo che sia il nemico a venire: non si lascia condurre da lui.
    3. Per indurre il nemico a muovere, gli si deve prospettare un vantaggio. Per scoraggialo, fargli temere un danno.
    4. Quando il nemico č riposato, devi essere in grado di stancarlo; quando č ben nutrito, di farlo morire di fame; quando č rilassato, di indurlo a muoversi.
    5. Appari in luoghi dove sarą obbligato ad affaticarsi per raggiungerti in fretta; dirigiti rapidamente dove non se lo aspetta.
    6. Puoi marciare anche per mille li senza stancarti, se ti muovi dove il nemico non c’č.
    7. Per essere certo di conquistare la zona dove hai impegnato battaglia, attacca un punto che il nemico non difende. Per essere certo di tenere ciņ che difendi, attestati dove il nemico non puņ attaccare.
    8. L’attacco migliore č quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore č quella che non fa capire dove attaccare.
    9. Muovi con rapiditą senza lasciare traccia, quasi fossi evanescente, meravigliosamente misterioso, impercettibile: sarai padrone del destino del nemico.
    10. L’avanzata inarrestabile si getta nei varchi del nemico. La ritirata inafferrabile č data dalla massima velocitą.
    11. Se voglio ingaggiare battaglia contro un nemici saldo in difesa dietro alte mura e profondi fossati, attacco un obbiettivo che di sicuro dovrą difendere: cosģ, non potrą evitare di uscire per muovere al contrattacco.
    12. Se invece voglio evitare di ingaggiare battaglia, inganno il nemico con fattori di diversione. Cosģ non muoverą contro di me, neppure se gli indicassi la strada disegnata sul terreno.
    13. Induci il nemico a schierarsi, ma nello stesso tempo tieni l’esercito unito; cosģ le forze saranno concentrate e le sue divise.
    14. Se concentro la mia forza, mentre il nemico la divide in dieci, posso usare tutta la mia forza per attaccare soltanto una parte della sua. In questo modo, gli sarņ sempre superiore di dieci contro uno.
    15. Avendo pił uomini per sconfiggere chi č in inferioritą numerica, potrņ ridurre il numero di soldati da mandare in battaglia.
    16. Se il nemico non sa dove attaccherai, dovrą prepararsi ponendo piccoli presidi dappertutto. E poiché i presidi sono isolati, ti basteranno poche truppe.
    17. Un fronte forte significa una retroguardia debole, una retroguardia debole significa che il fronte č pił vulnerabile. Essere forti a sinistra significa essere attaccabili a destra, rafforzarsi a destra significa rimanere scarsi a sinistra. Se poi ci si divide dappertutto si sarą deboli dappertutto.
    18. Chi ha poche truppe, č obbligato a grandi preparativi di difesa; chi ha un forte esercito, costringe il nemico a prepararsi contro di lui.
    19. Se sai il luogo e il momento della battaglia, le tue truppe potranno marciare anche per mille li, ma si incontreranno sul punto di raduno. Se non sai né il luogo né il giorno della battaglia, sappi che la tua ala sinistra non sarą in grado di aiutare l’ala destra, né la destra la sinistra; l’avanguardia non sarą in grado di sostenere le retrovie, né le retrovie di sostenere l’avanguardia, anche nel breve spazio di poche decine di li.
    20. Sebbene io sappia che le truppe di Yueh sono molto numerose, dubito che questa superioritą sia di effettivo vantaggio rispetto al risultato. Il numero non dą vittoria certa.
    21. Per questo affermo che la vittoria deve essere creata.
    22. Se il nemico prevale numericamente, devo evitare di impegnarlo.
    23. Perciņ, cerca di anticipare i piani del nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere quale strategia usare per avere successo, e quale no.
    24. Disturbalo con azioni improvvise, spingilo a muoversi e studia il tipo di azione che adotta per fronteggiarti. Intanto, tieni a riposo il grosso delle truppe.
    25. Individua le sue posizioni: cosģ conoscerai il terreno della vita e della morte. (“il terreno della vita e della morte”: campo di battaglia.)
    26. Compi azioni limitate, e individua i punti in cui č pił scarso, il suo pieno e il suo vuoto.
    27. La tua formazione sia senza forma. In questo modo anche le spie pił abili non avranno nulla da scoprire, né un esperto potrą elaborare una straregia efficace contro di te.
    28. La forma che vince i molti, non appare ai molti. Dopo la vittoria, la mia forma sarą palese a tutti. Prima della vittoria, nessuno sa la forma che impiegherņ.
    29. Perciņ, la forma che fa conseguire la vittoria non č ben definita, ma muta ogni volta.
    30. Ricorda, un esercito puņ essere paragonato a un fiume, perché proprio come il fiume evita le alture e si precipita nella vallata, altrettanto devono fare le truppe: scansare il pieno e colpire il vuoto.
    31. Come la conformazione del terreno determina il corso del fiume, cosģ il nemico determina la vittoria.
    32. Come il fiume non ha corso costante, cosģ la forza non ha forma costante.
    33. Perciņ, chi č capace di conseguire la vittoria adattando la sua tattica in base alla situazione del nemico, quegli puņ dire di possedere un’abilitą superiore.
    34. Dei cinque elementi, nessuno č predominante; delle quattro stagioni, nessuna dura in eterno; delle giornate, alcune sono lunghe e altre corte; e la luna, prima cresce e poi cala.

    Capitolo 7
    Scontro, Manovre Militari


    1. Quando un esercito scende in campo, di norma dapprima il generale riceve gli ordini dal sovrano, poi mobilitą il popolo e raduna le truppe. Si adopera per amalgamare le truppe, poi stabilisce l’accampamento.
    2. Nessuna arte č pił difficile dello scontro sul campo.
    3. La difficoltą principale sta nel rendere vicino ciņ che č lontano, e convertire gli ostacoli in vantaggi. Questa č la strategia che fa vicino il lontano.
    4. Disorienta il nemico attirandolo con un’esca, e allungargli la strada. Cosģ potrai partire dopo ma arrivare prima.
    5. Ricorda: lo scontro armato presenta vantaggi e svantaggi.
    6. Chi, in vista di un vantaggio, fa muovere l’intero esercito, perderą di vista il vantaggio.
    7. Chi affronta lo scontro con sole truppe leggere, perderą per mancanza di mezzi.
    8. Se raduni le truppe e parti in velocitą con poco equipaggiamento, senza fermarti né di giorno né di notte, e avanzi a marce forzate per una distanza di cento li, i tuoi tre comandanti saranno fatti prigionieri perché le truppe pił forti arriveranno prima, mentre le pił deboli giungeranno in ritardo. Un decimo solamente dell’esercito arriverą.
    9. In una marcia forzata di cinquanta li, il comandante dell’avanguardia cascherą a terra morto o esausto. Con questo metodo, solo metą dell’esercito arriverą a destinazione. In una marcia forzata di trenta li, arriveranno solamente i due terzi.
    10. Un esercito che manchi di equipaggiamento, di cibo e di denaro, sarą perduto.
    11. Chi non consoce la strategia del nemico, non potrą concentrarsi con gli alleati.
    12. Chi non consoce le montagne, le foreste, le gole pił propizie agli agguati, l’estensione delle paludi piene d’acqua e di quelle piene di melma, non puņ dirigere la marcia di un esercito.
    13. Utilizza quindi guide esperte dei luoghi, per usufruire dei vantaggi offerti dal terreno.
    14. Ricorda, la guerra si fonda sull’inganno. Il movimento si fonda sui vantaggi che ne vuoi conseguire. La divisione e riunione delle tue truppe si fonda sulla situazione che vuoi determinare.
    15. Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.
    (Commento di Li Ci’uan (618 -907 d. C. – Esperto di arti marziali e filosofo Taoista): "Quando soffia, il vento non lascia traccia, e muta direzione inaspettatamente. La maestositą della foresta č data dall’ordine. Il fuoco č avido perché dietro di sé non lascia un filo d’erba. Quando prendi posizione, sii fermo come la montagna.")
    16. Imperscrutabile come la nebbia, subitaneo come il tuono.
    17. Ricorda che se ti dai al saccheggio, dividi le tue forze: ma se conquisti, dividi il bottino.
    18. Valuta bene la situazione prima di muoverti.
    19. Chi conosce l’arte di colpire al fronte e ai fianchi, avrą la vittoria. Questo č il fondamento dello scontro armato.
    20. Il libro dell’Amministrazione Militare, dice: la voce non viene udita in battaglia: usa tamburi e gong. L’occhio non discerne: usa bandiere e stendardi.
    21. Gong e tamburi, bandiere e stendardi si usano per focalizzare l’attenzione: se le truppe sono compatte, il valoroso non puņ farsi avanti da solo, il codardo non puņ tirarsi indietro da solo. Questa č l’arte di armonizzare i soldati.
    22. Nei combattimenti notturni, utilizza torce e tamburi. Di giorno, utilizza stendardi e bandiere. In questo modo, sarai padrone della vista e dell’udito delle truppe.
    23. Ricorda, un esercito puņ essere derubato del suo ardore, un generale spogliato del suo senno.
    24. Al mattino presto, il morale č pił alto. Durante il giorno s’abbassa. A sera i pensieri volano a casa.
    25. Perciņ, chi č esperto nell’Arte della Guerra, evita il nemico quando sa che il uso morale č alto, e l’attacca quando sa che il suo morale č basso, o quando i suoi soldati hanno nostalgia di casa. Questo significa avere il controllo del fattore morale.
    26. Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.
    27. Solamente attestato sul tuo terreno, attendi il nemico. Attendi in riposo il nemico esausto; ben nutrito, il nemico affamato. Questo significa avere il controllo della forza.
    28. Non ingaggiare battaglia con un nemico che avanza coi vessilli bene allineati, non attaccare formazioni imponenti. Questo significa avere il controllo delle diverse circostanze.
    29. Non affrontare un nemico attestato pił in alto di te. Se ha una collina alle spalle, non contrapporti a lui.
    30. Quando finge di fuggire, non inseguirlo.
    31. Non attaccare le sue truppe scelte.
    32. Evita di abboccare alle sue esche.
    33. Non opporti al nemico che rientra a casa.
    34. Al nemico accerchiato, lascia una via di fuga. (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Corte Imperiale): "Mostragli che ha una possibilitą di salvarsi, e fagli balenare l’idea che esiste un’alternativa alla morte. Dopo di che, colpiscilo.")
    35. Non incalzare un nemico agli stremi.
    36. Queste sono le regole dello scontro armato.

    Capitolo 8
    Variabili, Variazioni ed Adattabilitą


    1. Solitamente, il generale riceve mandato dal sovrano di mobilitare il popolo e adunare l’esercito. Ci sono nove fattori che variano a seconda delle circostanze. Sono questi.
    2. Il primo č: non attestarti su un terreno, se č difficile.
    3. Il secondo č: su un terreno dove č facile stabilire collegamenti, stringi alleanze coi confinanti.
    4. Il terzo č: su un terreno aperto, non attardarti.
    5. Il quarto č: su un terreno chiuso, abbi molte risorse. (“terreno chiuso”: circondato da montagne.)
    6. Il quinto č: sul terreno della morte, combatti.
    7. Il sesto č: ci sono strade che non si devono seguire. Il settimo č: ci sono eserciti che non si devono attaccare. L’ottavo č: ci sono cittą che non bisogna assediare e territori che non si devono disputare.
    8. Il nono č: possono presentarsi circostanze in cui gli ordini del sovrano non devono essere obbediti.
    9. Un generale che ha conoscenza approfondita dei vantaggi offerti dai nove fattori variabili, č esperto nell’Arte della Guerra.
    10. Il generale che non ha chiari i vantaggi che puo’ trarre dai nove fattori variabili, non sarą in grado di utilizzare il terreno a proprio vantaggio, anche se lo conosce bene.
    11. Nelle campagne militari, chi non capisce la tattica basata sui nove fattori variabili, non sarą neppure capace di utilizzare al meglio le sue truppe, anche se capisce bene le “cinque variazioni”. Semplificazione del Commento di Cia lin (618-907 d.C.) alla spiegazione sulle “cinque variazioni”: A) Una strada breve, se si pensa porti ad un’imboscata, non deve essere percorsa. B) Un esercito nemico che si trovi in una situazione talmente disperata da costringere i soldati da combattere fino alla morte, non deve essere attaccato.C) Una cittą, anche se isolata e suscettibile di assedio, se č ben fornita di provviste, difesa da truppe scelte, comandata da un’abile generale, con ministri intelligenti e fedeli, in grado di ideare piani che la rendano impenetrabile, non deve essere assediata. D) Un territorio che si puņ conquistare, ma che č difficile da difendere o che si ritiene non si possa trarre grande vantaggio da esso, non vale la pena di una guerra. E) Anche se si deve sempre obbedire al Sovrano, quando si ritiene che i suoi ordini possano portare a grandi ingerenze nella condotta di una guerra, non si devono eseguire i suoi ordini.
    12. Per queste ragioni il generale esperto deve considerare nelle sue decisioni le circostanze favorevoli insieme con quelle sfavorevoli.
    13. Analizzare i vantaggi serve a elaborare i piani. Analizzare gli svantaggi serve a evitare i danni.
    14. Il timore di un danno frena. L’azione logora. La prospettiva di un vantaggio incita.
    15. Per confondere i nemici, poni in atto azioni di disturbo.
    16. Il generale esperto logora il nemico tenendolo costantemente sotto pressione. Lo fa correre dappertutto adescandolo con vantaggi illusori.
    17. Non illuderti che il nemico possa non venire, ma tieniti sempre pronto ad affrontarlo. Non illuderti cheil nemico non ti attacchi, ma fai piuttosto in modo di renderti inattaccabile. Č una regola fondamentale dell’Arte della Guerra.
    18. Cinque qualitą pericolose possono riscontrarsi nel carattere di un generale. Sono queste:
    19. Se č troppo temerario, puņ venire ucciso.
    20. Se tiene troppo alla vita, sarą fatto sicuramente prigioniero.
    21. Se č iroso, cede alle provocazioni.
    22. Se tiene tropo al proprio decoro, č sensibile alle calunnie.
    23. Se č di natura compassionevole, puoi farlo vivere nel tormento.
    24. Questi cinque tratti caratteriali per un generale sono difetti. Per le operazioni militare sono catastrofi.
    25. La rovina dell’esercito e la morte del generale stesso sono il risultato di tali difetti. Pensaci bene.

    Capitolo 9
    Spostamenti, Movimento Delle Truppe


    1. Quando prendi posizione e studi il nemico, chiudi i passi fra le montagne e occupa le valli.
    2. Accampati in un terreno sopraelevato, sul versante del sole, dal lato dove pił fitte nascono le piante.
    3. Impegna il combattimento in discesa; non attaccare mai in salita.
    4. Questo si deve fare nello scontro sulle montagne.
    5. Se fra te e il nemico c’č un fiume, non rimanergli vicino. Lo scontro non deve avvenire in acqua.
    6. Sarą pił vantaggioso per te se lascerai attraversare metą delle sue forze e poi attaccherai.
    7. Non affrontare il nemico vicino al fiume. Prendi posizione su un terreno elevato, dalla parte del sole. Non prendere mai posizione a valle delle corrente.
    8. Questo si deve fare nello scontro su terreni presso un fiume.
    9. Attraversa rapidamente i terreni allagati. Non attardarti. Se incontri il nemico in mezzo a un terreno allagato, attestati su un suolo solido, con vegetazione. Abbi gli alberi sempre alle spalle.
    10. Questo si deve fare nello scontro su terreni allagati.
    11. Sull’altopiano, occupa una posizione in cui tu possa manovrare facilmente. Abbi le alture alla tua destra e il campo di battaglia di fronte: davanti a te c’č la morte, dietro la vita. (“Abbi le alture alla tua destra e il campo di battaglia di fronte”: a quell’epoca, il lato destro di un esercito era il pił vulnerabile alle frecce, dato che lo scudo si portava con la sinistra.)
    12. Questo si deve fare nello scontro sull’altopiano.
    13. In genere, tali regole portano vantaggio se seguite nelle quattro situazioni citate. Utilizzandole, l’imperatore Giallo vinse quattro sovrani. (Commento di Ciang Yu (960 – 1079 d.C. - Letterato): "L’imperatore Giallo fu il primo a scrivere di arte militare: per questo Sunzi lo ricorda.")
    14. Gli eserciti preferiscono i terreni sopraelevati a quelli in basso; amano la luce del sole, e non apprezzano l’ombra. Tale regola č sempre valida.
    15. Nell’Occupare una posizione salda, il generale esperto ha cura della salute delle sue truppe. Un esercito senza malattie č invincibile. Cosģ si dice.
    16. Nelle vicinanze di terrapieni o colline o dighe o argini, devi sempre attestarti sul lato soleggiato, avendoli a destra e un po’ indietro.
    17. Queste regole per sfruttare la natura del terreno pongono il tuo esercito in vantaggio.
    18. Quando la pioggia cade a monte del fiume, e le acque scendono spumeggiando, chi desidera passare a guado deve aspettare che le acque si abbassino.
    19. Dove ci sono ostacoli naturali come torrenti impetuosi, avvallamenti, trappole, strapiombi, strettoie e gole, escine subito. Non attardarti.
    20. Tieniti lontano da tutti questi luoghi, ma attiraci il nemico. Abbili di fronte, e il nemico li abbia alle spalle.
    21. Quando ai fianchi dell’esercito vi sono strettoie pericolose, o stagni coperti di erbe acquatiche dai quali spuntano canne e giunchi, o foreste dal sottobosco spesso e intricato, devi esplorare il terreno con precauzione, perché č in luoghi del genere che si tendono imboscate e si annidano spie.
    22. Se il nemico č vicino e non muove, e tu sei in posizione sottostante, significa che dispone di una posizione favorevole. Se č lontano e ti incita al combattimento, vuole attirarti in una trappola. Se si trova su un terreno pił
    facile e si fa vedere, significa che occupa una posizione che offre un palese vantaggio.
    23. I rami degli alberi si muovono: significa che il nemico sta avanzando.
    24. Se nel sottobosco trovi numerose postazioni, ricorda che sono lģ per ingannarti.
    25. Uccelli che volano via in fretta segnalano che il nemico ti sta tendendo un’imboscata. Animali selvatici che fuggono spaventati segnalano che il nemico sta cercando di assalirti di sorpresa.
    26. Colone di polvere, che si alzano verso il cielo, indicano l’avvicinarsi dei carri nemico. Quando invece la polvere si allarga in una nube orizzontale, indica che il nemico sta cercando di assalirti di sorpresa.
    27. Polvere che si alza in punti diversi: vuol dire che il nemico sta raccogliendo legna per fare fuoco. Tante piccole nuvole di polvere sparse: vuol dire che il nemico si sta accampando.
    28. Il nemico che invia ambasciatori a trattare con umiltą, mentre continua i preparativi di guerra, sta per attaccare.
    29. Se gli ambasciatori sono falsi e arroganti, e il nemico fa le mostre di avanzare, vuol dire che prepara la ritirata.
    30. Se gli ambasciatori vengono a fare discorsi concilianti, il nemico desidera una tregua.
    31. Se gli ambasciatori, senza accordo preventivo, offrono la pace, il nemico sta tramando un complotto.
    32. I carri leggeri escono per primi e prendono posizione sui fianchi: vuol dire che il nemico si sta preparando ad attaccare.
    33. Le truppe del nemico marciano schierate e i carri avanzano come in parata: sta aspettando rinforzi.
    34. Metą delle forze del nemico avanza e metą indietreggia: sta cercando di attirarti in un tranello.
    35. I suoi uomini, in piedi, si appoggiano alle armi: č segno che sono affamati.
    36. I portatori d’acqua devono per primi: č segno che le sue truppe soffrono la sete.
    37. Quando il nemico vede una posizione vantaggiosa, ma non avanza per farla sua, vuol dire che č stremato.
    38. Quando si vedono uccelli raggrupparsi sul luogo dove č accampato il nemico, vuol dire che l’accampamento č vuoto.
    39. Quando il nemico č rumoroso anche di notte, vuol dire che il nemico č spaventato.
    40. Quando le sue truppe non sono schierate in ordine, vuol dire che il generale non ha autorevolezza.
    41. Quando le sue bandiere e i suoi stendardi si agitano di continuo, vuol dire che il nemico č in scompiglio.
    42. Se gli ufficiali sono irritabili, significa che sono sfiniti.
    43. Il nemico abbatte i cavalli e ne dą la carne ai soldati come rancio: ha esaurito i vettovagliamenti. Le sue truppe non appendono pił le pentole sul fuoco né ritornano agli acquartieramenti: si prepara un’azione disperata.
    44. I soldati mormorano, trascurano le consegne, parlottano fra loro: la fiducia nel generale č venuta a mancare.
    45. Ricompense troppo frequenti: il generale ha esaurito tutte le sue risorse.
    Punizioni troppo frequenti: il generale č in estreme difficoltą.\n\nPer quello che riguarda le punizioni corporali, all’epoca, si ricorreva, a seconda dell’entitą dell’infrazione, a quelle che erano definite le “cinque mutilazioni
    punitive”. Cinque diversi gradi di punizione: 1) Sfregiatura del viso mediante marchi infuocato che identificava la colpa commessa; 2) Taglio del naso; 3) Taglio dei piedi (o solo delle dita); 4) Castrazione per gli uomini, e reclusione a vita per le donne; 5) Morte. La pena della morte poteva essere eseguita tramite: A) Decapitazione; B) Squartamento con i carri; C) Bollitura; D) Messa in salamoia.
    46. Gli ufficiali che maltrattano gli uomini, ma poi ne hanno paura, sono incapaci di mantenere la disciplina.
    47. Se l’esercito nemico ti fronteggia bellicoso, ma non ingaggia battaglia, né se ne va, sarą bene che tu stia in guardia e analizzi a fondo la situazione.
    48. In guerra, disporre unicamente di un esercito numeroso non rappresenta di per sé un vantaggio. Ricordati di non agire mai facendo affidamento soltanto sulla semplice forza del numero.
    49. Per sottomettere un nemico, devi valutare te stesso, valutare lui, e ottenere il sostegno del popolo. Questo č tutto.
    50. Chi, senza sostegno e senza strategia, attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarą sicuramente fatto prigioniero.
    51. Non devi punire le truppe prima di averne conquistato la lealtą: non ti ubbidiranno pił. E le truppe indisciplinate sono difficili da utilizzare.
    52. Se le truppe sono leali, ma non vengono punite quando č giusto, ugualmente non potrai utilizzarle.
    53. Ammaestra le truppe con competenza e giustizia, e compattale con le virtł marziali: ti avvicinerai alla vittoria.
    54. La disciplina si ottiene con l’addestramento. Truppe bene addestrate ti saranno obbedienti; in caso contrario, non eseguiranno i tuoi ordini.
    55. Quando i comandanti ispirano fiducia e vengono osservati, i rapporti tra generale ed esercito possono dirsi soddisfacenti.
    56. I comandanti che rispondono al bene del popolo sono eseguiti; quelli che non rispondono al bene del popolo sono ignorati. Quando c’č armonia fra governanti e sudditi i comandi sono accolti con soddisfazione.

    Capitolo 10
    Terreno


    1. In conformitą alla loro natura, i diversi terreni possono essere: accessibili, a trappola, non risolutivi, limitati, accidentati, aperti.
    2. Un terreno che puņ essere attraversato in ogni parte con pari facilitą , č accessibile. In questo terreno, attestati per primo su posizioni elevate e soleggiate, comode anche per il trasporto delle salmerie: sarai avvantaggiato.
    3. Un terreno in cui si entra con facilitą, ma si esce con difficoltą, č a trappola. Per sua natura agevola l’attacco a un nemico impreparato: ma se il nemico č pronto e tu non lo vinci, ti sarą difficile tornare indietro. E questo č lo svantaggio.
    4. Un terreno sul quale avanzai con difficoltą sia tu che il nemico, č non risolutivo. Su tale terreno, anche se il nemico ti offre un vantaggio, non avanzare. Invece, indietreggia e induci metą delle forze nemiche a venire avanti. Poi vai all’attacco, e vincerai.
    5. Un terreno circondato da ostacoli naturali, come montagne, č limitato. Quando occupi per primo un terreno limitato, bloccane i passi e poi attendi il nemico, Se invece il nemico l’ ha occupato per primo e ne ha bloccato le strade, non seguirlo. Solo se il nemico non ha gia bloccato tutte le strade, puoi seguirlo.
    6. Un terreno pieno di alture e di difficile transitabilitą č accidentato. Se lo occupi per primo, attestati su un’altura soleggiata, e aspetta il nemico. Se invece č il nemico che si č attestato su un simile terreno, non attaccare. Ritiratiti e invoglialo a seguirti.
    7. Un terreno sul quale la forza dell’attacco č pari per noi e per il nemico č aperto. Su questo terreno sfidare al combattimento č rischioso e combattere non č vantaggioso.
    8. Quelle elencate sono le regole riguardanti i sei diversi tipi di terreno. Č responsabilitą massima del generale conoscere a fondo il terreno, che deve studiare con la maggior cura possibile.
    9. Sei comportamenti delle truppe non possono essere attribuiti a cause naturali: ammucchiarsi, esitare, disunirsi, disperdersi, essere nel caos, essere sconfitte. Questi comportamenti dipendono da errori del generale.
    10. Se lo slancio č paro, ma gli uomini sono impiegati in ragione di dieci contro uno, le truppe sono ammassate.
    11. Se le truppe sono forti ma gli ufficiali sono deboli, l’esercito č esitante.
    12. Quando gli ufficiali le sono forti ma le truppe sono deboli, l’esercito č disunisce.
    13. Quando gli ufficiali superiore si dimostrano troppo irruenti incapaci di controllarsi, e affrontano il nemico gettandosi nella mischia senza valutare l’opportunitą di impegnare battaglia, e i generali non sanno decidere, l’esercito si disperde.
    14. Quando il generale č debole di carattere e non č autoritario, quando le sue direttive non sono chire; quando ufficiali e truppa non sono coordinati; quando trascurano l’ordine degli schieramenti, l’esercitoČ nel caos.
    15. Quando il generale č incapace di valutare la consistenza del nemico, e impegna una piccola forza per affrontarne una grande, o truppe deboli per contrastare truppe pił forti, o affida incarichi a subalterni, il risultato č la sconfitta.
    16. Allorché prevale una delle sei considerazioni su esposte, l’esercito č avviato alla sconfitta. Č massima responsabilitą del generale valutarle con cura.
    17. La natura del terreno puņ essere di grande aiuto in battaglia. Ma dipendo soltanto dal comandante saper giudicare il nemic, calcolare le distanza e valutare i rischi. Conoscendo questi fattori, vincerai; trascurandoli, sari sconfitto.
    18. Se in base alle regole dell’Arte della Guerra scorgi vittoria certa, attacca anche contro il parere del sovrano. Se in base alle regole dell’Arte della Guerra non scorgi vittoria certa, non attaccare anche se il sovrano č di parere favorevole.
    19. Il generale che va per la sua strada senza cercare successi personali, che si ritira senza temere il disonore, che agisce sempre per il bene del popolo e del sovrano, rappresenta il tesoro pił prezioso dello stato.
    20. Un tale generale ha cura dei suoi uomini come di bimbi, ed essi lo seguono anche in fondo all’abisso. Li tratta con lo stesso affetto dei propri figli, ed essi sono pronti a dare spontaneamente la vita per lui.
    21. Se un generale si mostra indulgente con le sue truppe, ma č al tempo stesso incapace di impiegarle, se le ama, ma č incapace di far rispettare i suoi ordini; se le truppe sono indisciplinate, e lui non sa mantenerne il controllo: allora si comporta come un padre che trasforma i figli in ragazza viziati, e le sue truppe sono inutilizzabili
    22. Se vedo che le mie truppe hanno la possibilitą di colpite il nemico, ma ignora dove il nemico sia vulnerabile, le mie possibilitą di vittoria sono dimezzate.
    23. Se vedo dove il nemico č vulnerabile all’attacco, ma ignoro se le mie truppe abbiano la possibilitą di batterlo, le mie probabilitą di vittoria sono dimezzate.
    24. Se vedo dove il nemico dove puņ essere attaccato e so che le mie truppe hanno la possibilitą di farlo, ma se non so giudicare se la conformazione del terreno sia svantaggiosa, le mie probabilitą di vittoria sono dimezzate.
    25. Per questo un generale esperto, quando si muove, non commette errori. Quando attacca, ha risorse illimitate.
    26. Per questo si dice: Conosci il tuo nemico e conosce te stesso: la tua vittoria non sarą compromessa. Conosci il terreno e il cielo: la tua vittoria sarą totale.

    Capitolo 11
    Territorio, I Nove Campi Di Battaglia


    1. Secondo le regole dell’Arte della Guerra, ci sono nove tipi di territorio: dispersivo, di frontiera, conteso, comunicante, focale, grave, difficile, circondato e mortale.
    2. Quando le forze delle stesso Stato si combattono a vicenda, questo č territorio dispersivo.
    3. Quando entri in un paese nemico, ma non in profonditą, ti trovi su territorio di frontiera.
    4. Un territorio che, se conquistato, porterebbe vantaggio tanto per te che per il nemico, č territorio conteso.
    5. Un territorio al quale possono accedere con la stessa facilitą sia te che il nemico č territorio comunicante.
    6. Quando uno Stato č racchiuso fra tre altri Stati che se lo contendono, il suo territorio č focale. Chi ne assume per primo il controllo riuscirą anche a conquistare Tutto sotto il Cielo.
    7. Un esercito penetrato a fondo su suolo nemico, lasciandosi alle spalle cittą e villaggi, si trova su territorio grave.
    8. Chi deve superare montagne, foreste e regioni scoscese, marciare lungo gole, paludi, acquitrini, o luoghi dove č difficile procedere si trova su territorio difficile.
    9. Dove l’accesso č difficile, l’uscita tortuosa, e anche una piccola forza nemica puņ batterne una molto pił grande, č territorio circondato.
    10. Dove puoi sopravvivere soltanto a condizione di combattere col coraggio della disperazione, č territorio mortale.
    11. Dunque: su territorio dispersivo, non combattere. Su terreno di frontiera, non fermarti.
    12. Se il nemico occupa un territorio conteso, non attaccare. Su territorio comunicante, non disperderti.
    13. Su territorio focale, stringi alleanze con gli stati vicini. Su territorio grave, saccheggia.
    14. Su territorio difficile, procedi pił in fretta che puoi. Su territorio circondato, inventa stratagemmi. Su territorio mortale, combatti.
    15. Se mi trovo su territorio dispersivo, verificherņ la determinazione del mio esercito.
    16. Se mi trovo su territorio di confine, rinsalderņ i collegamenti fra tutte le mie forze.
    17. Se mi trovo su territorio conteso, baderņ che la retroguardia mi segua sempre.
    18. Se mi trovo su territorio comunicante, porrņ particolare attenzione a organizzare le mie difese.
    19. Se mi trovo su territorio focale, stringerņ alleanze.
    20. Se mi trovo su territorio grave, mi preoccuperņ che l’afflusso delle provvigioni sia ininterrotto.
    21. Se mi trovo su territorio difficile, percorrerņ le strade con la massima celeritą.
    22. Se mi trovo su territorio circondato, bloccherņ tutte le entrate e uscite possibili.
    23. Se mi trovo su territorio mortale, chiarisco a tutti che non c’č alcuna via di scampo: perché č nella natura dei soldati saper resistere quando sono circondati, combattere fino alla morte quando non c’č alternativa, e obbedire ciecamente quando non c’č speranza.
    24. Il generale esperto deve analizzare con molta cura le variazioni tattiche da applicare nei nove tipi di territorio, i vantaggi che possono derivare dagli spiegamenti a schiere chiuse o distanziate, e le considerazioni legate alla natura del terreno.
    25. Anticamente, coloro che avevano fama di esperti della guerra rendevano impossibile al nemico riunire l’avanguardia e la retroguardia; ai suoi schieramenti maggiori e minori di coordinarsi; alle truppe forti di soccorrere quelle deboli e alle superiori e subordinate di sostenersi a vicenda.
    26. Quando le forze nemiche si disperdevano, facevano in modo di gettarle in uno stato di confusione.
    27. Concentravano le truppe e marciavano quando vedevano che era vantaggioso farlo; quando non era vantaggioso, sostavano.
    28. Se mi chiedesse: Come devo comportarmi contro un esercito nemico ben ordinato che č sul punto di attaccare? Risponderei: Impossessati di qualche cosa che sia caro al tuo nemico, ed egli gli si piegherą ai tuoi desideri.
    29. Essenza della guerra č la velocitą. Permettere di avvantaggiasi sul nemico impreparato, giungendo da strada impreviste e colpendolo dove non ha eretto difese.
    30. Le considerazioni fondamentali che si applicano a una forza d’invasione sono le seguenti. Quanto pił profondamente penetri in territorio nemico, con tanta maggior forza devi agire: fino al punto che chi difende quel territorio non puņ pił battersi.
    31. Saccheggia le campagne fertili per rifornire il tuo esercito di abbondanti provvigioni, e cura che le tue truppe siano sempre ben nutrite.
    32. Non affaticarti senza motivo, serba la tua salute, risparmia le energie, raduna le forze. Definisci i tuoi piani e dirigi i movimenti dell’esercito rendendo imperscrutabile la tua strategia.
    33. Porta i tuoi uomini su posizioni elevate senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosanon riusciranno a fare? Č nelle situazioni
    disperate che ufficiali e soldati dimenticano la paura e danno il meglio di sé. Senza vie di fuga, difendono il terreno coi denti. Impegnati a fondo, si battono a fondo. Senza alternative, lottano fino all’estremo.
    34. In circostanze simili le truppe restano vigili senza bisogno di essere sollecitate. Reggono la posizione senza necessitą di schierarle. Rimangono compatte senza che si debba esortarle. Mantengono la disciplina senza minacce.
    35. I miei ufficiali non hanno ricchezze in soprannumero, perché disdegnano i beni terreni. Non si aspettano di vivere lunga vita, ma non perché non amino la vita.
    36. Il giorno in cui l’esercito riceve l’ordine di mettersi in marcia, le lacrime di chi sta seduto scendono a bagnare il suo colletto; le lacrime di chi sta disteso corrono lungo le guance.
    37. Ma se poni te tue truppe in una situazione senza uscita, daranno sicuramente prova di coraggio immortale, come quello di Ciuan Ciu e Z’ao Kuei.
    38. Ricorda, le truppe pił valorose devono essere impiegate come fa il serpente detto Reazione Simultanea, che sta sul Monte Ci’ang: quando lo colpisci alla testa, ti attacca con la coda; quando lo colpisci alla coda, ti
    attacca con la testa; quando lo colpisci a metą corpo, testa e coda ti attaccano insieme.
    39. Se mi chiedessi: Ma le truppe sarebbero in grado di agire rapide come la vipera? Io risponderei: Si, lo sarebbero. Perché anche le genti di Wu e Yueh, che si detestano a vicenda, se si trovassero insieme su una barca in preda al vento, collaborerebbero per la salvezza comune, coma la mano destra fa con la sinistra.
    40. Imbrigliare i cavalli e affossare le ruote dei carri, non aiuta molto. (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Corte Imperiale): "I cavalli vengono imbrigliati per mantenere ferma la prima linea, si interrano le ruote dei carri per immobilizzarli […].")
    41. Compatta gli uomini, armonizzane lo spirito: č il Tao dell’organizzazione. Vinci impiegando le forze dirette e quelle laterali. Sfrutta la conoscenza del terreno.
    42. Il generale esperto fa del suo esercito un tutto armonico. In questo modo, comandare molti uomini č come comandarne uno, che deve fare ciņ che vuoi tu.
    43. Mantenersi sereno e impassibile, imparziale e sicuro di sé, č un dovere per il generale.
    44. Lascia ufficiali e truppa all’oscuro dei piani che hai in mente.
    45. Proibisci la divinazione e le pratiche superstiziose, e libera l’esercito dalle incertezze. Fino al momento della morte, non penserą pił a lasciarti.
    46. Adegua i tuoi metodi e modifica i tuoi piani cosģ in segreto che nessuno riesca a sapere che cosa stai facendo.
    47. Cambia la disposizione degli accampamenti e utilizza strade fuori mano, per rendere impossibile al nemico di prevedere le tue mosse.
    48. Presa la sua decisione, il generale fa come chi, dopo essere salito, butta via la scala.
    49. Fa penetrare il suo esercito in profonditą entro il territorio ostile e quando lģ, fa scattare il grilletto della balestra.
    50. Fa bruciare le barche dell’esercito, fa distruggere le attrezzature per il rancio, spinge gli uomini come un gregge di pecore, ora in una direzione ora in un’altra: e nessuno immagina dove andrą.
    51. Il generale organizza le schiere, e le guida fra mille pericoli: questo č il suo compito. Esamina le opportunitą offerte dai diversi terreni, i vantaggi di avanzata e ritirata, i sentimenti degli uomini e il loro stato di salute.
    52. Se si ignorano le intenzioni degli Stati vicini, non si possono organizzare alleanze. Se non si conosce la natura delle montagne, delle foreste, delle gole pił pericolose, degli acquitrini e delle paludi, non si puņ guidare l’avanzata di un esercito. Se non ci si serve di guide che conoscono i luoghi, non si puņ approfittare dei vantaggi offerti dal territorio. Un generale all’oscuro anche di una sola di queste tre cose, non puņ comandare l’esercito.
    53. Quando un generale esperto attacca uno Stato potente, deve impedire agli abitanti di concentrare le forze. Terrorizza il nemico, e gli impedisce di unirsi agli alleati.
    54. Perciņ, se non stringi alleanze e non rafforzi il tuo dominio, ma ti accontenti di allargare la tua influenza personale minacciando i nemici, il tuo Stato e la tua cittą diventeranno vulnerabili.
    55. Corrompi tutto quel che c’č di meglio nel nemico con offerte, con doni, con promesse. Distruggi la fiducia nei suoi ufficiali inducendo i migliori di essi ad azioni vergognose e vili, e non mancare di divulgarle.
    56. Stringi relazioni segrete con quel che c’č di meno raccomandabili tra i nemici e moltiplica il numero di questi agenti.
    57. Crea discordanze nello Stato avversario, semina la discordia fra i capi eccitandone la gelosia e la diffidenza, provoca l’indisciplina, suscita motivi di scontento creando difficoltą all’arrivo dei viveri e delle provvigioni. Con il termine "discordanze" Sunzi indica l’utilizzo di quella che, ai giorni nostri, potremmo definire “guerra psicologica”. Sempre secondo Sunzi, esistono le “sei discordanze”, che si possono applicare per minare la stabilitą sociale, e sono: 1). I plebei che contestano i nobili; 2). I giovani che si pongono al disopra degli anziani; 3) I parenti lontani che si intromettono fra i parenti vicini; 4). I nuovi amici che si intromettono fra i vecchi amici; 5) I piccoli che soverchiano i grandi; 6). I disonesti che rovinano i probi. Per quanto riguarda il termine “Amici”, si fa riferimento a nuove alleanze tra Stati, che compromettono le vecchie alleanze.
    58. Rendi tenero e sensibile il cuore delle truppe con la musica, manda ai nemici giovani donne che li corrompano.
    59. Fai in modo che i soldati non siano mai dove dovrebbero essere: assenti quando dovrebbero trovarsi presenti, a riposo quando il loro posto sarebbe in prima linea.
    60. Disturba il nemico con falsi allarmi e false informazioni; guadagna alla tua causa gli amministratori e i governanti delle province nemiche. Ecco quel che bisogna fare con destrezza e astuzia per creare difficoltą.
    61. Concedi ricompense senza preoccuparti delle usanze comuni. Emana le tue disposizioni senza tener conto dei precedenti.
    62. Manovra l’intero esercito come se fosse un uomo solo. Guidalo senza discutere i tuoi obbiettivi. Stimolalo con la prospettiva di guadagni, ma tienigli nascosti i pericoli.
    63. Poni i tuoi uomini di fronte al pericolo, vedrai che sopravvivranno. Portali su territorio mortale, e vivranno. Č nel pericolo estremo che si puņ volgere la sconfitta in vittoria.
    64. Ricorda: la cosa pił complicata nelle operazioni militari sta nel conformare la propria strategia alle intenzioni del nemico.
    65. Concentrati sul nemico, e anche da un distanza di mille li potrai ucciderne il generale. Questo significa essere abili nell’Arte della Guerra.
    66. Dichiarata guerra, chiudi i valichi, rompi le tavolette, respingi gli inviati del nemico. Le decisioni belliche vanno prese soltanto dal quartier generale. (“rompi le tavolette”: era uso all’epoca, che le amministrazioni locali dessero ai viaggiatori di passaggio delle tavolette di legno o terracotta, che i guardiani dei passaggi e delle vie d’accesso controllavano. Erano, a tutti gli effetti, dei lasciapassare. Per “Rompere” si intende che pił nessun viaggiatore sarebbe potuto entrare o uscire, legalmente, dal paese.)
    67. Se il nemico ti offre un’occasione di vantaggio, sfruttala subito. Agisci prima di lui, occupando per primo un suo obiettivo.
    68. L’Arte della Guerra consiste nell’essere sempre al corrente della situazione del nemico, in modo da poter decidere a ragion veduta sul combattimento.
    69. Perciņ, all’inizio sii timido come una fanciulla, e ti si apriranno le porte. Poi agisci rapido come la lepre, e nessuno ti terrą dietro.

    Capitolo 12
    Attaco Con Fuoco


    1. Sono cinque i sistemi di attacco con proiettili incendiari: lanciarli contro le persone, i magazzini, gli equipaggiamenti, gli accampamenti e gli arsenali.
    2. Per impiegare il fuoco, bisogna disporre di mezzi opportuni e aspettare il clima giusto: arido e ventoso.
    3. Gli equipaggiamenti necessari per attuare un attacco col fuoco devono essere sempre pronti e disponibili.
    4. Quatto sono i climi adatti e giorni appropriati per poter appiccare il fuoco.
    5. “Climi” significa quando č caldo torrido; “giorni” significa quando la luna č in Sagittario o nella costellazione di Alfaraz, I, o in Cien, poiché questi sono i giorni in cui si alza il vento.
    6. Ricorda: negli attacchi con il fuoco bisogna essere pronti a rispondere al mutamento delle situazioni.
    7. Quando il fuoco divampa nel campo nemico, coordina immediatamente la tua azione dall’esterno. Perņ, se le truppe nemiche rimangono in ordine, non attaccare ma aspetta il momento opportuno.
    8. Quando il fuoco raggiunge l’altezza massima, attacca se puoi. Altrimenti, soprassiedi. (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Corte Imperiale): "In genere si attacca col fuoco non per affidare alle fiamme il compito di distruggere, ma per gettare scompiglio nel nemico prima di andare all’assalto. Perciņ, quando le fiamme sono alte attacca. Ma se il fuoco č stato domato e il nemico si č ricomposto, il vantaggio nell’attacco č perso […].")
    9. Se attizzi l’incendio fuori del campo nemico, non aspettare che le fiamme ne abbiano raggiunto l’accampamento. Incendio a tempo opportuno.
    10. Se il fuoco divampa con forza sopravento, non attaccare sottovento.
    11. Se il vento soffia durante il giorno, nella notte si placherą.
    12. Ricorda: l’esercito deve conoscere le situazioni che si determinano in seguito ai cinque diversi sistemi d’attacco col fuoco, ed essere in grado di cogliere l’occasione opportuna.
    13. Chi impiega il fuoco per sostenere i propri attacchi, č sagace: chi impegna le inondazioni, č potente.
    14. L’acqua puņ isolare un nemico, ma non distruggerlo. (Commento di Ciang Yu (960 – 1079 d.C. Letterato): "L’impiego intelligente del fuoco facilita l’attacco. L’acqua divide il nemico, e tu sei pił forte di un nemico diviso.")
    15. Ricorda: vincere le battaglie e raggiungere i propri obbiettivi militari, ma trascurare di sfruttarne i risultati, č un fatto molto negativo, e puņ essere definito “una disastrosa trascuratezza”.
    16. Non assegnare adeguate ricompense dopo una battaglia vinta o un assedio portato a termine con successo ha effetto negativo, e ti fa considerare avaro.
    17. Č per questo che c’č il detto: i sovrani illuminati decidono la guerra, e i buoni generali ne realizzano i piani.
    18. Agisci soltanto nell’interesse dello Stato. Se non sei pił che sicuro di riuscire, non impiegare uomini. Se non sei in pericolo, non combattere.
    19. Un Sovrano non puņ mobilitare un esercito soltanto per uno scatto d’ira, né un generale puņ combattere soltanto perché mosso dalla collera. Infatti, mentre un uomo in collere puņ recuperare la calma, e un uomo risentito puņ rasserenarsi, uno Strato finito in pezzi non puņ essere ripristinato, né i morti possono essere restituiti alla vita.
    20. Il Sovrano illuminato č dunque prudente, e il buon generale lo mette in guardi contro azioni temerarie. In questo modo lo Stato č sicuro e la forza militare rimane integra.

    Capitolo 13
    Utilizzo Delle Spie


    1. Ricorda: quando si mobilita un esercito di centomila uomini per impegnarlo a mille li dallo Stato, le spese che ne derivano per il popolo, costituite dagli esborsi dell’Erario, ammontano a mille pezzi d’oro al giorno. Possono essere necessari anni di guerra per un giorno di vittoria. Ne nascerą un grande turbamento, sia interno che esterno; il popolo sarą sfibrato dalle imposte, e i bilanci di settecentomila famiglie andranno in dissesto.
    (“centomila uomini”, “settecentomila famiglie”: Anticamente, otto famiglie costituivano una comunitą di contadini. Quando un membro, valido, di una di queste famiglie, era arruolato nell’esercito, le restanti sette dovevano lavorare per sostentare la famiglia dell’assente.)
    2. Non procurarsi informazioni sul nemico, e combattere per anni, per evitare di compensare agenti segreti abili č dunque un’azione che va contro il popolo, č indegna di un generale, di un retto consigliere del sovrano, di una
    persona che possa raggiungere la vittoria.
    3. Infatti, ciņ che permette ad un principe illuminato e a un abile generale di sottomettere il nemico e conseguire risultati straordinari, č la capitcą di previsione.
    4. Ma la “capacitą di previsione” non č un dono degli Dei, né si ottiene interrogando spiriti e fantasmi, né con ragionamenti o calcoli. Si ottiene impiegando uomini che ci informano sulla situazione del nemico.
    5. Per questo ci sono cinque tipi di agenti segreti: l’agente locale, l’agente infiltrato, l’agente doppio, l’agente sacrificato e l’agente sopravvissuto.
    6. Quando questi cinque tipi di agenti lavorano in modo coordinato, e nessuno riesce a scoprirne l’azione, costituiscono la “rete divina” e formano il tesoro di un sovrano.
    7. Gli agenti locali sono reclutati nel territorio del nemico.
    8. Gli agenti infiltrati sono reclutati tra i funzionari del nemico.
    9, Gli agenti doppi sono spie nemiche reclutate da noi.
    10. Gli agenti sacrificati sono nostre spie che diffondono false informazioni tra le spie nemiche. (“diffondono false informazioni”: si tratta di spie a cui vengono date, consapevolmente, false informazioni, e poi inviate in missione e fatte cadere in mano al nemico. Quando queste spie, alla fine, riveleranno ciņ che sanno, daranno al nemico, senza saperlo, delle false informazioni che saranno certamente prese per vere.)
    11. Gli agenti sopravvissuti sono quelli che riescono a tornare indietro recando informazioni. (“tornare indietro recando informazioni”: si tratta di persone intime al nemico, nei stadi pił alti dello Stato Maggiore. Appena vengono a sapere qualcosa di vitale, vanno subito a riferire le loro scoperte, a prezzo della vita, se scoperti dai loro stessi compagni.)
    12. Fra tutti coloro che nell’esercito hanno incarichi vicino al comandante, nessuno gli č pił intimo dell’agente segreto. Fra tutte le ricompense, le pił generose sono quelle destinate all’agente segreto. Non c’č nulla di pił riservato di quanto concerne le operazioni segrete.
    13. Chi non si a avveduto e intelligente, umano e giusto, non puņ utilizzare correttamente l’agente segreto. Da agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili.
    14. Arte difficile! Davvero difficile! Non c’č circostanza in cui lo spionaggio non sia usato.
    15. Se i piani riguardanti le operazioni segrete sono divulgati, l’agente che ha parlato si č condannato a morte da solo, insieme con tutti quelli con cui si č confidato.
    16. Se vi sono esercito che desideri sconfiggere, cittą che desideri attaccare, nemici che desideri assassinare, devi prima conoscere l’identitą dei comandanti, degli ufficiali di Stato Maggiore, deglialleati che vigilano agli ingressi. Č compito dei tuoi agenti segreti riportarti informazioni dettagliate su ogni cosa.
    17. Devi individuare gli agenti nemici venuti a spiarci, e tentare di comprarli perché passino al tuoservizio. Affida loro le istruzioni opportune e seguine con cura il comportamento. Č cosģ che si reclutano e poi si utilizzano gli agenti doppi.
    18. Č soltanto per mezzo degli agenti doppi, delle loro informazioni e col loro suggerimento, che gli agenti locali e gli agenti infiltrati vengono reclutati e impiegati.
    19. Č sempre tramite l’agente doppio che l’agente sacrificato, fornito di false informazioni, viene inviato al nemico per fargliele conoscere.
    20. Č ancora per mezzo dell’agente doppio che si possono utilizzare, al momento opportuno, gli agenti sopravvissuti.
    21. Il comandante deve avere la conoscenza completa delle attivitą di questi cinque tipi di agenti, conoscenza che gli viene fornita dagli agenti doppi. Per questa ragione deve trattarli con massima generositą.
    22. Nel tempo antico, lo svilutto di Yin fu dovuto a I Chi, che aveva prima servito nel Hsia; Chou conquistņ il potere grazie a Lu Wang Yu, un funzionario di Yin. (Commento di Ciang Yu (960 – 1079 d.C. Letterato): "I Chi era un ministro di Hsia che passņ a Yin; Lu Wang Yu era un ministro di Yin che passņ a Chou.")
    23. Perciņ, soltanto un sovrano illuminato e un abile generale, capaci di utilizzare per le operazioni segrete gli uomini pił intelligenti, possono essere certi del successo. In guerra le operazioni segrete sono essenziali: prima di fare qualsiasi mossa ci si deve basare su di esse.

  6. .
    0 – 1600 - Ecco un elenco per iniziare:
    • Epopea di Gilgamesh (autore sconosciuto) (XVIII - XVII secolo A.C.)
    • L'Iliade e L’Odissea di Omero (850 – 750 A.C., VIII secolo A.C.)
    • Medea di Euripide (431 A.C.)
    • Edipo Re di Sofocle (430 A.C.)
    • Eneide di Virgilio (29 – 19 A.C.)
    • Mille e una notte (autore sconosciuto) (700 – 1500)
    • Beowulf (autore sconosciuto) (975 - 1025)
    • La storia di Genji di Murasaki Shikibu (XI secolo)
    • La Divina Commedia di Dante (1265 – 1321)
    • Decamerone di Boccacio (1349 – 53)
    • I racconti di Canterbury di Chaucer (XIV secolo)


    1600 – 2014 - Ecco un elenco per iniziare:
    • Don Chisciotte di Cervantes 1605 (parte 1), 1615 (parte 2)
    • Othello, Re Lear e Amleto, di William Shakespeare (1609, 1608, 1603)
    • I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift (1726)
    • Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (1813)
    • Faust di Johann Wolfgang von Goethe (1832)
    • Papą Goriot di Honoré de Balzac (1835)
    • Le anime morte di Nikolai Gogol (1842)
    • Cime tempestose di Emily Brontė (1847)
    • Moby Dick di Herman Melville (1851)
    • Madame Bovary di Gustave Flaubert (1856)
    • Grandi speranze di Charles Dickens (1861)
    • Guerra e pace e Anna Karenina di Leo Tolstoy (1869, 1877)
    • Cuore di tenebra di Joseph Conrad (1899)
    • Delitto e castigo e I fratelli Karamazov di Fyodor Dostoevsky (1866, 1880)
    • Middlemarch di George Eliot (1871)
    • Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1888)
    • Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust (1913 – 27)
    • Ulisse di James Joyce (1922)
    • La montagna incantata di Thomas Mann (1924)
    • Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald (1925)
    • Il processo di Franz Kafka (1925)
    • Mrs Dalloway e Gita al faro di Virginia Woolf (1925, 1927)
    • L’urlo e il furore di William Faulkner (1929)
    • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse (1930)
    • Lo straniero di Albert Camus (1942)
    • La fonte meravigliosa di Ayn Rand (1943)
    • 1984 di George Orwell (1949)
    • Il giovane Holden di J.D. Salinger (1951)
    • Uomo invisibile di Ralph Ellison (1952)
    • Fiesta (Il sole sorgerą ancora) e Il Vecchio e il Mare di Ernest Hemingway (1926, 1952)
    • Lolita di Vladimir Nabokov (1955)
    • Pedro Pįramo di Juan Rulfo (1955)
    • Il crollo di Chinua Achebe (1958)
    • Corri, Coniglio di John Updike (1960)
    • Il buio oltre la siepe di Harper Lee (1960)
    • Il taccuino d'oro di Doris Lessing (1962)
    • La campana di vetro di Sylvia Plath (1963)
    • Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcķa Mįrquez (1967)
    • Mattatoio n° 5 di Kurt Vonnegut (1969)
    • I figli della mezzanotte di Salman Rushdie (1981)
    • Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood (1984)
    • L'amore ai tempi del colera di Gabriel Garcģa Marquez (1985)
    • Amatissima di Toni Morrison (1987)
    • L'uccello che girava le Viti del Mondo di Haruki Murakami (1997)
    • Pastorale americana di Philip Roth (1997)
    • Il Dio delle piccole cose di Arundhati Roy (1997)
    • Vergogna di J. M. Coetzee (1999)
    • Denti bianchi di Zadie Smith (2000)
    • Espiazione di Ian McEwan (2001)
    • Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay di Michael Chabon (2001)
    • Ogni cosa č illuminata di Johnathan Safran Foer (2002)
    • Middlesex di Jeffery Eugenides
    • Il cacciatore di aquiloni di Kahled Hosseini (2003)
    • The Known World (Il mondo conosciuto) di Edward P. Jones (2003)
    • Gilead di Marilynne Robinson (2004)
    • La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Diaz (2007)
    • 2666 di Roberto Bolańo (2008)
    • Swamplandia! di Karen Russell (2011)
    • I racconti brevi di Alice Munro


    Leggi i racconti:
    • Maestri del racconto classico (1600 - 1950) : Edgar Allan Poe, Anton Chekhov, Ernest Hemingway, Borges, Kafka, Isaac Babel, John Updike, Katherine Mansfield, Eudora Welty e Ray Bradbury.
    • Maestri del racconto contemporaneo : (1950 - oggi): Flannery O'Connor, Raymond Carver, Donald Barthelme, Tim Oddo, George Saunders, Jhumpa Lahiri, Junot Diaz, Z.Z. Packer, Joyce Carol Oates e Denis Johnson.
    • Raccolte di racconti classici:
    • Nel Nostro tempo di Ernest Hemingway (1925)
    • Un brav'uomo č difficile da trovare di Flannery O'Connor (1953)
    • Di che cosa parliamo quando parliamo d’amore di Raymond Carver (1981)
    • Jesus' Son di Denis Johnson (1992)
    • L’interprete dei malanni di Jhumpa Lahiri (1999)


    Leggi le opere teatrali:
    • Shakespeare, Macbeth, Romeo e Giulietta, Molto rumore per nulla (1606, 1597, 1599)
    • Moličre, L'avaro, Tartuffo, Misantropo, Malato immaginario, Borghese gentiluomo (1668,1664, 1666, 1673, 1670)
    • La Locandiera di Carlo Goldoni (1751)
    • Hedda Gabler e Casa di bambola di Henrik Ibsen (1890, 1879)
    • L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde (1895)
    • Cyrano di Bergerac di Edmund Rostand (1897)
    • Il giardino dei ciliegi e Zio Vanja di Chekhov (1904, 1897)
    • Pigmalione di Shaw (1912)
    • La nostra citta di Thornton Wilder (1938)
    • Morte di un commesso viaggiatore e Il crogiuolo di Arthur Miller (1949, 1953)
    • Aspettando Godot di Samuel Beckett (1949)
    • La parola ai giurati di Reginald Rose (1954)
    • Un tram chiamato Desiderio, Lo zoo di vetro, La gatta sul tetto che scotta. T. Williams (1947, 1944, 1955)
    • A porte chiuse di John-Paul Sartre (1944)
    • ... e l'uomo creņ Satana di Jerome Lawrence (1955)
    • Il lungo viaggio verso la notte e The Iceman Cometh di Eugene O'Neill (1956, 1946)
    • Un grappolo di sole di Lorraine Hansberry (1959)
    • Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee (1963)
    • Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard (1966)
    • Tradimenti di Harold Pinter (1978)


    Leggi la poesia.
    • Il Canzoniere di Francesco Petrarca (1336-1374 ca)
    • I Sonetti di William Shakespeare (1609)
    • Paradiso Perduto di John Milton (1667)
    • Tutte le poesie di John Keats (1815)
    • I Canti di Giacomo Leopardi (1818,1836)
    • Foglie d'erba di Walt Whitman (1855)
    • Raccolta di poesie di Langston Hughes
    • Poesie di Robert Frost
    • Raccolta di poesie di Emily Dickinson
    • La terra desolata e altre poesie di T. S. Eliot (1922)
    • Venti Poesie d'Amore e una Canzone di Disperazione di Pablo Neruda (1924)
    • E. E. Cummings: Poesie, 1904 - 1962 di E. E. Cummings
    • L’urlo e altre poesie di Allen Ginsberg (1956)
    • Ariel di Sylvia Plath (1965)
    • Le Poesie Complete, 1927 - 1979 di Elizabeth Bishop
    • Opened Ground: Poesie Scelte, 1966-1996 di Seamus Heaney
    • I Fiori del Male di Charles Baudelaire (1857)

    Leggi anche ciņ che non č romanzato, cioč la saggistica.
    • Storia
    • Politica
    • Riviste
    • Memorie
    • Biografie
    • Le notizie
    • La Bibbia
    • Scienze (biologia, anatomia, chimica, botanica, zoologia, astronomia, tecnologia, ecc)



    Leggi libri di ampia divulgazione, siano essi di fantasia o realistici.

    • La serie di Harry Potter
    • Cinquanta sfumature di grigio di E. L. James
    • Qualsiasi romanzo di Nicholas Sparks
    • Qualsiasi romanzo di John Grisham
    • La trilogia Hunger Games di Suzanne Collins
    • Il codice Da Vinci di Dan Brown
    • Il falņ delle vanitą di Tom Wolfe
    • Paura di volare di Erica Jong
    • L'anno del pensiero magico di Joan Didion
    • L'opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers
    • Freakonomics. Il calcolo dell'incalcolabile di Steven Levitt
    • Mangia, prega, ama di Elizabeth Gilbert
    • Fuoriclasse. Storia naturale del successo e Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti di Malcom Gladwell
    • La serie Twilight di Stephanie Meyer
    • L'alchimista di Paolo Coelho
    • La serie Millennium di Steig Larsson
    • La trilogia de Il Signore degli Anelli di John R. R. Tolkien
    • Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin

    Edited by Aulon - 10/2/2022, 20:54
  7. .

    Il Signore degli Anelli (titolo originale in inglese: The Lord of the Rings) č un romanzo high fantasy epico scritto da John Ronald Reuel Tolkien e ambientato alla fine della Terza Era dell'immaginaria Terra di Mezzo. Scritto a pił riprese tra il 1937 e il 1949, fu pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955. Tradotto in trentotto lingue,[2] con decine di riedizioni ciascuna, resta una delle pił popolari opere letterarie del XX secolo.

    La narrazione comincia dove si era interrotto un precedente romanzo di Tolkien, Lo Hobbit, e l'autore usa lo stratagemma dello pseudobiblium per collegare le due storie: nella fictio della storia, entrambi i romanzi sono in realtą una trascrizione di un volume immaginario, il Libro Rosso dei Confini Occidentali, un’autobiografia scritta a quattro mani da Bilbo Baggins, protagonista di Lo Hobbit, e da Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli. Questo secondo romanzo, tuttavia, si inserisce in un’ambientazione di pił ampio respiro rispetto a quella del primo, costretto dai limiti della favola per bambini, attingendo a quel vasto corpus storico, mitologico e linguistico creato ed elaborato dall'autore nel corso di tutta la sua vita. Il Signore degli Anelli narra della missione di nove Compagni, la Compagnia dell'Anello, partiti per distruggere il pił potente Anello del Potere, un’arma che renderebbe invincibile il suo malvagio creatore Sauron se tornasse nelle sue mani, dandogli il potere di dominare tutta la Terra di Mezzo.

    Il romanzo, composto da tre volumi, ha esercitato nel tempo un profondo influsso culturale e mediatico, ottenendo attenzioni e apprezzamenti sia da parte di critici, autori e studiosi, sia da parte di semplici appassionati, che hanno dato vita a innumerevoli gruppi e associazioni culturali, come le varie societą tolkieniane, sparse in tutto il mondo. La trilogia ha ispirato e continua ad ispirare, libri, videogiochi, illustrazioni, fumetti, composizioni musicali, ed č stato adattato pił volte per la radio, il teatro ed il cinema, come nel caso della famosa trilogia di film diretti da Peter Jackson.



    (EN)
    « Three Rings for the Elven-kings under the sky,
    Seven for the Dwarf-lords in their halls of stone,
    Nine for Mortal Men doomed to die,
    One for the Dark Lord on his dark throne
    In the Land of Mordor where the Shadows lie.
    One Ring to rule them all, one Ring to find them,
    One Ring to bring them all and in the darkness bind them
    In the Land of Mordor where the Shadows lie. »
    (IT)
    « Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
    Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra,
    Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
    Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
    Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
    Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
    Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
    Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende. »



  8. .

    Lo Hobbit (The Hobbit), č una trilogia fantasy del regista neozelandese Peter Jackson, basata sull'omonimo romanzo scritto da J. R. R. Tolkien nel 1937. Alcune parti sono tratte dalle Appendici de Il ritorno del re, ultimo libro della saga de Il Signore degli Anelli e da altri scritti.

    La sceneggiatura č stata scritta da Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson e Guillermo del Toro, il quale doveva inizialmente dirigere i film prima di abbandonare il progetto nel 2010. I film sono ambientati nella immaginaria Terra di Mezzo, sessant'anni prima degli eventi del Signore degli Anelli, e narrano le avventure dello hobbit Bilbo Baggins (Martin Freeman), convinto dallo stregone Gandalf il Grigio (Ian McKellen) a seguire un gruppo di tredici nani guidati da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) nella loro impresa di reclamare la Montagna Solitaria al drago Smaug (Benedict Cumberbatch). Come accennato nei film sono stati aggiunti elementi presi da altri scritti di Tolkien, come la ricerca di Gandalf a Dol Guldur e l'inseguimento dei nani da parte di Azog e Bolg, orchi in cerca di vendetta contro Thorin e la sua famiglia.

    Il resto del cast comprende James Nesbitt, Ken Scott, Evangeline Lilly, Lee Pace e Luke Evans e in ruoli secondari Manu Bennett, Sylvester McCoy, Stephen Fry, Mikael Persbrandt, Barry Humphries e Lawrence Makoare. Inoltre molti attori riprendono i loro ruoli dal Signore degli Anelli, tra cui Cate Blanchett, Orlando Bloom, Ian Holm, Christopher Lee, Hugo Weaving, Elijah Wood e Andy Serkis. Tornano inoltre nel cast tecnico gli illustratori John Howe e Alan Lee, lo scenografo Dan Hennah, il direttore della fotografia Andrew Lesnie e il compositore Howard Shore. Gli oggetti di scena sono stati nuovamente creati dalla Weta Workshop, mentre la Weta Digital si č occupata degli effetti visivi. Il primo film della serie č stato presentato all'Embassy Theatre di Wellington il 28 novembre 2012; pił di diecimila fan hanno partecipato all'evento, trasmesso in diretta su internet e in televisione. Il secondo film č stato presentato il 2 dicembre 2013 al Dolby Theatre di Los Angeles.




    I film
    La trilogia č costituita da:

    Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (The Hobbit: An Unexpected Journey, Nuova Zelanda/USA, 2012)
    Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (The Hobbit: The Desolation of Smaug, Nuova Zelanda/USA, 2013)
    Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate (The Hobbit: The Battle of Five Armies, Nuova Zelanda/USA, 2014)

  9. .
    320px-Harry_Potter_wordmark.svg

    Harry Potter č una serie di romanzi fantasy suddivisa in 7 volumi, ideata dalla scrittrice J. K. Rowling all'inizio degli anni '90 e concretizzata tra il 1997 e il 2007.

    L'opera, ambientata nell'Inghilterra degli anni '90, descrive le avventure del giovane mago Harry Potter e dei suoi migliori amici, Ronald Weasley ed Hermione Granger. L'ambientazione principale č la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove vengono educati i giovani maghi del Regno Unito e non solo.

    Harry Potter č esploso nel 1997 come fenomeno letterario in Inghilterra, dove in quell'anno il primo romanzo della serie usciva col titolo Harry Potter and the Philosopher's Stone. Nel 1998 il successo attraversa la Manica e si propaga in tutto il mondo. Solo in Italia il primo libro della serie, Harry Potter e la pietra filosofale, fu pubblicato con una tiratura iniziale di 20.000 copie. Vince nel dicembre dello stesso anno il Premio Cento, riconoscimento dedicato alla letteratura per ragazzi. La Warner Bros. acquista i diritti per un film e nel novembre 2001 l'omonimo Harry Potter e la pietra filosofale conquista i cinema di tutto il mondo.

    In soli 10 anni (1997-2007), l'intera serie ha venduto circa 450 milioni di copie[5]. I libri sono stati tradotti in 73 lingue, tra cui il latino e il greco antico. La serie di film tratti dalla saga č stata la pił remunerativa della storia di Hollywood, e l'opera nel suo complesso ha avuto e ha tuttora un impatto fortissimo sulla cultura popolare di tutto il mondo (anche nella musica, dando vita addirittura ad un genere totalmente correlato alla serie, il wizard rock)



    Trama

    Primo anno
    Harry viene a sapere di essere un mago; conosce Ron, Hermione, Hagrid e Silente e combatte per la prima volta contro Lord Voldemort, ridotto ad un semplice spirito e costretto a vivere nel corpo del professor Raptor. Dopo che Harry uccide quest'ultimo grazie alla protezione di Lily, che gli aveva trasmesso salvandolo dallo stesso Voldemort quando era neonato, Voldemort torna a vivere sotto forma di anima.

    Secondo anno
    Harry si scontra con lo spirito di Tom Riddle, in realtą solo una parte dell'anima di Lord Voldemort contenuto in quello che, negli anni a venire, si scoprirą essere il suo primo Horcrux, e lo distrugge.

    Terzo anno
    Harry viene a conoscenza del passato di suo padre James Potter (Ramoso) e conosce i suoi due migliori amici, Remus Lupin (Lunastorta) e Sirius Black (Felpato), suo padrino. Inizialmente si crede che Black sia colui che tradģ i genitori di Harry, ma alla fine questi si rivela essere Peter Minus, un altro vecchio amico di James Potter.

    Quarto anno
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Harry Potter e il calice di fuoco.
    Harry č costretto a partecipare al mortale Torneo Tremaghi, durante il quale per la prima volta si vede faccia a faccia con Lord Voldemort, tornato ad avere un corpo grazie a Peter Minus (Codaliscia), colui che tradģ James e Lily Potter anni prima.

    Quinto anno
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Harry Potter e l'Ordine della Fenice.
    Nessuno crede al ritorno di Voldemort, e Harry e Albus Silente vengono presi per bugiardi. Tuttavia, dopo lo scontro a fine anno nel Ministero della magia tra i Mangiamorte (seguaci di Voldemort) e l'Ordine della Fenice (associazione creata da Silente anni prima per contrastare Voldemort), il mondo magico verrą alla conoscenza del suo ritorno, tra cui il ministro della magia, che l'anno dopo darą le dimissioni. Durante lo scontro Sirius perde la vita, facendo perdere a Harry la persona a lui pił cara.

    Sesto anno
    Albus Silente rivela a Harry la sua teoria a proposito degli Horcrux di Voldemort: sono sette, e vi tiene dentro pezzi della sua anima in modo da essere immortale. Harry lo accompagna alla ricerca di uno degli oggetti oscuri, ma al loro ritorno a Hogwarts trovano i Mangiamorte, fatti entrare nelle mura da Draco Malfoy, pronti ad uccidere l'anziano mago. Severus Piton, a lungo professore al fianco di Silente ma rivelatosi uno di loro, lo uccide al posto del giovane Draco. Dopo una violenta ma breve battaglia tra Ordine della Fenice e Mangiamorte, questi fuggono.

    Settimo anno
    Harry parte con Ron e Hermione alla ricerca dei rimanenti cinque Horcrux, come Silente gli aveva raccomandato, mentre Voldemort prende il controllo del mondo magico. Dopo aver distrutto gli Horcrux (di cui uno č lo stesso Harry, designato involontariamente da Voldemort come ultimo Horcrux quando tentņ di ucciderlo da bambino) e durante una cruenta guerra ad Hogwarts, Harry sconfigge finalmente Voldemort. Harry scoprirą inoltre il passato di Piton, e di come questi sia stato in realtą un servitore fedele di Silente, dopo la morte di Lily Potter di cui era perdutamente innamorato.



    Personaggi principali

    Harry Potter, ragazzo che scopre di essere un mago dopo aver vissuto per dieci anni con gli zii e il cugino Dudley che lo maltrattavano perché a conoscenza della sua vera natura, che volevano nascondergli. I suoi genitori sono stati uccisi dal mago oscuro Lord Voldemort.
    Ronald "Ron" Weasley, studente di Hogwarts e migliore amico di Harry. Ha cinque fratelli (Bill, Charlie, Percy, George, Fred) e una sorella, Ginny.
    Hermione Granger, studentessa di Hogwarts, migliore amica di Harry, estremamente intelligente e molto diligente a scuola. Č figlia di genitori Babbani (persone senza poteri magici).
    Albus Silente, preside di Hogwarts e mentore di Harry, č il pił grande mago al mondo, uomo molto carismatico e saggio.
    Lord Voldemort, alias Tom Riddle, potente mago molto malvagio desideroso di dominare il mondo magico servendosi dei suoi seguaci, i Mangiamorte. Uccise Lily Evans e James Potter, genitori di Harry, quando quest'ultimo aveva un anno, la notte del 31 ottobre.
    Minerva McGranitt, vicepreside di Hogwarts, severa insegnante di Trasfigurazione e direttrice della casa Grifondoro.
    Severus Piton, insegnante di Pozioni e direttore della casa Serpeverde, odia Harry come odiava suo padre ai tempi della scuola.
    Ginny Weasley, studentessa di Hogwarts, sorella minore di Ron.
    Fred Weasley e George Weasley, gemelli, fratelli di Ron, appassionati di scherzi, giochi e passaggi segreti.
    Draco Malfoy, studente di Serpeverde e acerrimo nemico di Harry, odia i Mezzosangue (Mudblood), ovvero maghi o streghe nati rispettivamente con uno o entrambi i genitori babbani. In seguito al suo disprezzo per questi ultimi, disprezza anche i Traditori del loro sangue, cioč i maghi Purosangue che rifiutano la differenza tra Babbani e maghi e non disprezzano Mezzosangue e Nati Babbani (come la famiglia Weasley).
    Lucius Malfoy, padre di Draco, sposato con Narcissa e seguace di Voldemort.
    Rubeus Hagrid, guardiacaccia e Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts; guida di Harry fin dal suo primo approccio al mondo magico. Č un Mezzogigante.
    Sirius Black, presunto criminale, rinchiuso da innocente per 12 anni ad Azkaban, padrino di Harry, č un Animagus.
    Neville Paciock, timido e impacciato studente di Grifondoro, amico di Harry.
    Luna Lovegood, studentessa di Hogwarts, eccentrica figlia del direttore Xenophilius Lovegood della rivista Il Cavillo, amica di Harry.
    Cornelius Caramell, Ministro della magia fino al sesto libro.
    Cedric Diggory, studente di Tassorosso e rivale di Harry nel Quidditch.
    Remus Lupin, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure nel terzo libro e membro del nuovo Ordine della Fenice.
    Alastor "Malocchio" Moody , auror e insegnante di Difesa contro le Arti Oscure nel quarto libro (anche se in realtą non ha insegnato perché sostituito con l'inganno da Barty Crouch Jr.).
    Lavanda Brown, studentessa di Grifondoro e fidanzata di Ron Weasley nel sesto libro.
    Filius Vitious, insegnante di incantesimi ad Hogwarts e direttore della casa Corvonero.
    Horace Lumacorno, insegnante di pozioni e direttore della casa Serpeverde al sesto anno di Harry ad Hogwarts.
    Pomona Sprite, insegnante di Erbologia. Č la direttrice della casa Tassorosso.
    Cho Chang, studentessa di Corvonero e cercatrice di Quidditch, prima fidanzata di Harry.
    Bellatrix Lestrange, Mangiamorte pił fedele a Voldemort, č responsabile di torture e omicidi, un esempio sono i genitori di Neville. Cugina di Sirius Black e sorella di Narcissa Malfoy.
    Sibilla Cooman, insegnante di Divinazione. Prevede di continuo la morte di Harry Potter soprattutto nel terzo libro.
    Ninfadora Tonks, moglie di Lupin, Auror e Metamorfomagus.

  10. .

    Njė ditė mė parė, Kryeministri Edi Rama paralajmėroi se Qeveria sė bashku me Kompaninė e Shpėrndarjes sė Energjisė do tė nisin njė projekt, i cili parashikon pajisjen me sahat inteligjentė pėr tė gjithė abonentet familjarė apo biznese brenda njė periudhe 5-vjeēare.

    Ky deklarim i Kryeministrit nuk duket i rastėsishėm. Po njė ditė mė parė, Qeveria e drejtuar prej tij, miratoi ligjin e ri pėr energjinė.

    Nė ligj ka njė nen tė posaēėm, qė i hap rrugėn zbatimit tė projektit. Pėrkatėsisht nė tė ngarkohet Ministria e Energjisė qė brenda njė viti tė pėrgatisė vlerėsimin ekonomik tė gjithė projektit, kostot dhe pėrfitimet e tij dhe po kėshtu tė hartojė planin pesėvjeēar tė zbatimit.

    Por si do tė jenė kėta matėsa? Top Channel zbardh detajet e planit tė Qeverisė, sipas tė cilit sahatėt do tė kenė opsionin e blerjes sė energjisė me parapagesė, njėsoj si kartat e celularėve, ēka shmang problemin e mospagesės sė energjisė. Po kėshtu kėta matėsa transmetojnė tė dhėna nė kohė reale te kompania e shpėrndarjes dhe marrin komandė nga qendra. Kjo i krijon mundėsinė OSHEE tė kryejė stakime individuale tė energjisė duke shmangur ndėrprerjet kolektive.

    Nga ana tjetėr, pėrmes instalimit tė kėtyre matėsave, Qeveria thotė se do tė ketė mundėsi tė zbatojė kartėn e OKB-sė pėr tė drejtat e njeriut, e cila garanton ndriēim pėr tė gjithė individėt. Me instalimin e kėtyre matėsave tė gjithė abonentėt debitorė qė nuk kanė mundėsi ta paguajnė energjinė do tė furnizohen me tė vetėm sa pėr ndriēim, por jo pėr qėllime tė tjera.

    Top Channel ka mėsuar se zbatimi i kėsaj teknologjie do tė fillojė pėrmes projekteve pilot, ku tė parėt qė do tė pajisen me matėsa inteligjentė do tė jenė bizneset dhe konsumatorėt e mėdhenj tė energjisė tė lidhur nė rrjetin 35 kilovolt. Por ende mbetur pėr t`u parė se cila do tė jetė kostoja totale e projektit.

    Nė tė kaluarėn ėshtė deklaruar se kostot e njė projekti tė tillė mund tė arrijnė deri nė 1 miliardė dollarė, megjithėse njė shifėr me e saktė do tė merret pasi Ministria e Energjisė tė pėrfundojė vlerėsimin ekonomik. Gjithsesi, paraprakisht Qeveria thotė se burimet e financimit mund tė sigurohen nga kredia e Bankės Botėrore; hua nga donatore tė tjerė dhe rritja e performancės sė kompanisė.

  11. .

    Shqipėria vijon tė renditet nė vendet qė vuajnė njė normė tė lartė tė papunėsisė, e qė sipas shifrave zyrtare nė fund tė vitit 2014 llogaritet nė rreth 17%.

    Ambasadorja e delegacionit tė BE-sė, qė prej vitit 2004 ka mbėshtetur Shqipėrinė me rreth 19 mln euro nė sektorin e tregut tė punės, thotė se shkak pėr kėtė ėshtė ndėr tė tjera mospėrputhja mes aftėsive tė forcės sė punės dhe asaj ēfarė ofron tregu.

    Nė pėrmbylljen e projektit “IPA 2010” pėr “Zhvillimin e burimeve njerėzore nė Shqipėri”, zonja Vlahutin dha njė sėrė rekomandimesh pėr qeverinė, qė sipas saj duhet tė udhėheqė forcat e punės drejt kėrkesės sė tregut dhe mbi pėrmirėsimin e kushteve tė punės.

    “Kodi i ri i punės mbetet pėr t’u miratuar. Ka disa sektorė nė Shqipėri, si minierat, nafta apo industritė e ndėrtimit, tė cilave u mungon siguria nė punė dhe mbrojtja e shėndetit. Statistikat duhen pėrmirėsuar pėr tė udhėhequr drejtė punėdhėnėsit dhe punėmarrėsit, e pėr tė monitoruar progresin nė implementimin e strategjisė kombėtare pėr punėsim dhe aftėsim. Ekonomia informale ėshtė ende ofrues i rėndėsishėm i punės, duhet formalizuar”, tha Romana Vlahutin, Ambasadore e BE nė Shqipėri.

    “Kemi eksploruar disa sektorė me programe tė reja, nė disa fusha me potenciale tė mėdha pėr zhvillim nė Shqipėri, tė cilat sot nuk kanė punė por kanė potencial tė madh punėsimi. Industritė detare, siguria e ushqimit, industria tekstile etj fillojnė dhe e ndihmojnė biznesin tė lėvizė fokusin e tij nga prodhimet me materiale porositėsi, drejt disa prodhime tė markave shqiptare”, u shpreh Gentiana Sula, zėvendėsministre e Punės dhe Ēėshtjeve Sociale.

    Delegacioni vuri theksin te vėmendja, qė duhet t’i kushtohet trajnimit tė rinisė, grave dhe grupeve me aftėsi tė kufizuara, pėr t’i bėrė pjesė aktive tė forcave tė punės.

  12. .

    Pėrfaqėsues tė Dhomės Amerikane tė Tregtisė i kėrkuan edhe njė herė qeverisė tė heqė ēmimet e referencės pėr shtete me tė cilat faturat janė lehtėsisht tė verifikueshme, si Shtetet e Bashkuara tė Amerikės, Kanadaja apo vendet e Bashkimit Europian.

    “Do sugjeroja qė pėr njė invoice tė lėshuar nga kompanitė amerikane tė mos ketė asnjė lloj mendimi se, ‘kėtu ka diēka, duhet ndėrhyrė dhe duhet ēuar nė referencė’. Ėshtė kohė e humbur dhe njė ndėshkim i padrejtė”, deklaroi biznesmeni Trifon Murataj.

    “Nėse ne do t’i hiqnim sot tėrėsisht, atėherė do kishte probleme me fatura tė paverifikueshme nga vende qė nuk lejojnė shkėmbimin e informacionit. Por ka vende pėr tė cilat ne kemi prioritet zerimin e pėrdorimit tė metodave tė vlerėsimit apo referencave, si pėr SHBA apo tė BE-sė”, deklaroi nga ana tjetėr drejtoresha e Doganave, Elisa Spiropali.

    Drejtoresha e Doganave tha se pėr tė ndihmuar investimet nė sektorė tė ndryshėm tė ekonomisė ėshtė rritur numri i makinerive e pajisjeve tė pėrjashtuara nga TVSH-ja.

    “Pėr vitin 2013, vlera e pėrjashtimit nga TVSH-ja e makinerive dhe pajisjeve ėshtė rreth 968.8 milionė lekė. Ndėrsa pėr 2014 ėshtė 2.2 miliardė lekė, ose 22 milionė dollarė”, saktėsoi Spiropali.

    Referuar shqetėsimit tė bizneseve mbi akcizėn e rimbursueshme, Spiropali tha se janė likuiduar tė gjitha rastet e paraqitura pranė doganės shqiptare.

  13. .

    Njė aksident automobilistik me pasojė njė tė vdekur ka ndodhur mbrėmjen e sė enjtes nė qendėr tė qytetit tė Fierit.

    Ngjarja ka ndodhur nė lagjen “11 Janari” tė kėtij qyteti. Njė mjet tip “Benz” ka pėrplasur njė grua, e cila ka gjetur vdekjen. Policia ka identifikuar viktimėn dhe ajo ėshtė shtetasja Shpresa Mehmeti.

    Drejtuesi i mjetit ėshtė shoqėruar nė polici dhe po pyetet nga ekspertė rrugorė nė lidhje me aksidentin.

  14. .

    Teen Wolf č una serie televisiva statunitense di genere thriller, basata sul film Voglia di vincere del 1985, che ha debuttato il 5 giugno 2011 su MTV.


    Trama
    La vita di Scott McCall, un adolescente normale come tanti altri, cambia imprevedibilmente in seguito a un morso. Scott scopre in fretta di essere un lupo mannaro, ma teme per ciņ che potrebbe diventare ora che i suoi poteri possono fargli perdere il controllo. Mentre cerca di “gestire” le sue nuove pulsioni, Scott prova anche a capire che cosa possa significare tutto questo per il suo rapporto con Allison, la bella compagna di scuola che prima di questo cambiamento faceva parte delle cose che non poteva avere.

    CURIOSITĄ:

    Teen Wolf č il secondo adattamento televisivo dell’omonimo film con Michael J. Fox del 1985. Il primo č una serie animata prodotta tra il 1986 e il 1987 dalla rete CBS, conosciuta anche con il titolo The Cartoon Adventures of Teen Wolf.
    Poche settimane dopo il debutto dello show, MTV e la compagnia telefonica AT&T hanno continuato a deliziare la curiositą dei fan di Teen Wolf con un piccolo spin-off, Search for a Cure, una raccolta di webisodes di pochi minuti scritti e diretti dallo stesso ideatore della serie originale, Jeff Davis. I protagonisti di Search for a Cure sono Scott e il suo migliore amico Stiles. Tuttavia, i corti introducono anche personaggi inizialmente inediti, come il Dott. Fenris (interpretato dal papą di Scott Posey, John). Gli episodi sono disponibili sulla pagina Facebook di AT&T e sul sito di MTV.
    MTV non avrebbe potuto offrire visibilitą migliore al debutto di Teen Wolf. Il primo episodio della serie andņ in onda negli Stati Uniti in una serata differente da quella prevista per le altre puntate, domenica 5 giugno 2011, subito dopo la diretta dei seguitissimi MTV Movie Awards - durante i quali trionfņ prevedibilmente il film fantasy The Twilight Saga: Eclipse. In questo modo, la rete riuscģ ad attirare l’attenzione del pubblico di Twilight, regalando a Teen Wolf una media d’ascolto pari a 2.2 milioni di telespettatori.



  15. .

    Grimm č una serie televisiva statunitense trasmessa dal 28 ottobre 2011 sul canale NBC. In Italia viene invece trasmessa in prima visione a partire dal 2 luglio 2012 sul canale pay Steel e successivamente da Premium Action; in chiaro su Italia 2 a partire dal 10 aprile 2013.


    Trama
    Nick Burkhardt č un detective della omicidi di Portland con una particolare abilitą: vedere il lato oscuro, le "bestie selvagge", che si nascondono nelle persone che lo circondano. La sua vita cambia improvvisamente dopo l'incontro con sua zia Marie, che gli rivela di essere l'ultimo discendente di una famiglia di cacciatori chiamati col nome "Grimm", che combattono una famiglia di creature soprannaturali noti come Wesen, per difendere il genere umano. Dopo aver indagato sul suo passato, Nick si rende conto di dover seguire il proprio destino. I Wesen sono quasi sempre uomini bestia tranne rare e potenti eccezioni e non tutti sono aggressivi nei confronti degli esseri umani.




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